Forse ci sarà il capitano Gregorio De Falco pronto a urlare al deputato assenteista "Vada in Aula, cazzo!", ci sarà sicuramente invece l'"autore" dell'Agenda Monti, quel Pietro Ichino fuoriuscito dal Pd e a cui, come garantito dal premier, "un posto glielo avremmo offerto anche se non fosse stato in Parlamento".
Perché quello che conta, nella selezioni dei candidati da inserire nelle liste Monti, è il merito. Ci saranno dunque gli ex ministri che hanno avuto il merito di sostenere il Prof. Senza esagerare in quanto al numero delle candidature, però, ché su questo il bocconiano è stato chiaro: "Devono essere limitate e distribuite politicamente". Ossia, un po' alla Camera e un po' al Senato.
Ci sarà l'ex ministro della Salute, Renato Balduzzi, ci sarà quello delle Politiche Agricole, Mario Catania, mentre ci sarà, ma solo col cuore, il ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri, ritiratasi dalla "salita" in campo così come si è ritirato il ministro Andrea Riccardi, la cui influenza tuttavia verrà portata avanti da Mario Marazziti, suo uomo forte, portavoce della Comunità di Sant'Egidio e in corsa in Veneto.
Tra gli ex ministri dell'altra sponda, c'è il rebus Franco Frattini, che è molto interessato al progetto. Così come interessato al progetto è l'europarlamentare del Ppe, Mario Mauro, che ha scatenato un putiferio all'interno del Pdl e Beppe Pisanu, da tempo critico nei confronti del partito di Berlusconi.
Alla Camera, nella lista Monti, ci sarà il presidente delle Acli, Andrea Olivero, il segretario aggiunto della Cisl, Giorgio Santini, l'ex esponente del Pd e ora presidente provincia di Trento, Lorenzo Dellai, il sindaco di Siracusa, ex Pdl, Roberto Visentin. E poi ancora: Giuliano Cazzola (che ha avuto il merito di pensarla come Monti sul tema del lavoro), l'ex sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano nella sua Puglia, l'economista Irene Tinagli, il giurista Michele Ainis (in Sicilia) e Maria Paola Merloni, ex Pd, nelle Marche. In lizza c'è poi Isabella Bertolini, ex Pdl, secondo cui "Monti spariglia con la forza delle idee".
Ci sarà poi la sfilza di candidati provenienti dal movimento di Italia Futura, Andra Romano, Carlo Calenda e il docente e politologo Marco Simoni in prima linea. Ma le incertezze maggiori regnano al Senato. Pier Ferdinando Casini ha deciso di candidarsi a Palazzo Madama come capolista in una regione del Sud (alla Camera ha invece annunciato che Cesa e Buttiglione saranno sicuramente della partita), mentre Gianfranco Fini potrebbe fare il pieno di circoscrizioni alla Camera come capolista.
Tra gli imprenditori, si parla di Carlo Pontecorvo, patron della Ferrarelle e grande amico di Montezemelo e tra i giornalisti si fa il nome della portavoce di Alemanno, Ester Mieli, già portavoce della Comunità ebraica di Roma.
Infine, c'è l'incognita Passera, staccatosi dal coro di elogi nei confronti di Monti e verso il quale però lo stesso premier nutre ancora speranze di un ripensamento: "Spero che non sia scritta la parola
fine, visto che ha ancora moltissimo da dare e da dire al Paese". Insomma, di ufficiale ancora non c'è nulla. Ma i nomi che circolano sono più che probabili, al netto di new entry e sorprese dell'ultim'ora.
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