Monti rischia un altro 4-0

Non ha convinto nessu­no il piano salva Italia sbandierato il week­end scorso da Mario Monti. Lo dicono i mer­cati, lo scrivono Olanda e Finlandia, lo sostengono i com­mentatori internazionali

Monti rischia un altro 4-0

Crollano le vendite delle auto, cre­sce la disoccupazione giovanile, lo spread non scende e la Borsa stagna. Non ha convinto nessu­no il piano salva Italia sbandierato il week­end scorso da Mario Monti. Lo dicono i mer­cati, lo scrivono Olanda e Finlandia (non fir­meranno l'accordo), lo sostengono i com­mentatori internazionali. Merita di essere ri­portato un passo dell'analisi pubblicata dal Financial Times : «Mario Monti ha affronta­to il Cancelliere tedesco e ha vinto la batta­glia. Sopravviverà qualche settimana o qual­che mese in più in politica. In realtà se si guarda dietro il palcoscenico troverete che per l'Italia nulla è cambiato. Senza Euro­bond, il debito dell'Italia e la sua apparte­nenza all'Eurozona non sono sostenibili, era vero mercoledì scorso quanto lo è oggi».

E ora tutti temono l'effetto nazionale di calcio. Cioè che dopo l'ubriacatura mediati­ca su quanto sia bravo arrivi per Monti il 4 a 0 che ti stende. Si guarda a giovedì quando la Bce potrebbe abbassare il costo del denaro ma soprattutto a lunedì prossimo quando i tecnici e i ministri europei tenteranno di mettere nero su bianco i dettagli degli accor­di salva banche e salva paesi. E qui il pessimi­smo è unanime. Dalla Germania giunge l'eco di dichiarazioni fin troppo chiare (nul­la cambierà, non vi manterremo), mentre sul fronte interno sta arrivando al pettine il bubbone dei tagli, la famosa spending re­view non più rinviabile. I ministri sono ner­vosi, i sindacati sul piede di guerra, i partiti che sostengono la maggioranza comincia­no a prendere le distanze da ipotesi di prov­vedimenti impopolari e recessivi.

Monti sapeva che in realtà a Bruxelles ave­va solo comprato tempo. Forse non si imma­ginava fosse così poco. Tanto che i partiti più che di spread si occupano apertamente di al­leanze elettorali per­ché la situazione potreb­be precipitare da un momento all'altro. La si­nistra, per bocca di D'Alema, ha lanciato la candidatura di Monti premier. Forse per bruciarlo, forse per allontanarlo dalla suc­cessione a Napolitano (poltrona che avreb­be già promesso ad altri), forse perché ci pro­va dav­vero per compattare il centro e disfar­si di Vendola e Di Pietro.

Sta di fatto che Mon­ti non ha respinto pubblicamente al mitten­te l'offerta, cosa che ci si sarebbe aspettata da un premier tecnico sopra le parti. Neppu­re il Pdl ha fiatato. Vuoi vedere che gli va di sostenere in parlamento il futuro leader del­lo schieramento avverso? Non ci sarebbe da meravigliarsi perché al peggio, come si dice, non c'è mai limite.

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