L'autorevolezza del governo Monti non affonda soltanto sul fronte europeo. Tra le mura domestiche, anche se ancora nessuno lo dice e scrive, le cose non vanno meglio. Aver designato una banchiera indagata per la truffa dei titoli spazzatura, Anna Maria Tarantola, a presidente della Rai appare bizzarro per dei moralizzatori, così come vedere il ministro Fornero litigare come una comare isterica con i vertici dell’Inps sugli esodati è cosa che lascia perplessi. Ma il clou sta per arrivareconl’approvazione, blindata dalla fiducia, del disegno di legge sulla corruzione. Tra le pieghe del provvedimento del ministro della Giustizia, Paola Severino, è infatti nascosto un comma salva Penati, o meglio salva Bersani-Pd. Il più scandaloso tra gli scandali della seconda Repubblica, il sistema di tangenti con cui si finanziava l’ex braccio destro di Bersani, sarà infatti cancellato un attimo dopo l’approvazione della nuova legge che accorcia - e di tanto - i tempi della prescrizione proprio per il reato in questione. Niente processo, niente scomode discussioni pubbliche, niente di niente. Caso chiuso, amen.
E dire che la ministra Severino avrebbe dovuto avere ben chiaro il problema. Prima che ministro, la Severino è infatti un insigne avvocato e quantomeno andrebbe sgomberato il campo dalla possibilità che presso il suo studio siano giacenti pratiche simili a quelle di Penati, cioè di clienti che la farebbero franca proprio in base a quel comma sulla prescrizione ridotta. Non dubitiamo che il ministro saprà fare chiarezza, così, per sgombrare il campo dal sospetto di possibili conflitti di interessi inconciliabili con l’etica del governo che rappresenta.
Ma anche se così sarà, resta il silenzio assordante della sinistra e dei giustizialisti che per la prima volta negli ultimi vent’anni non si mobilitano contro un provvedimento che cancella reati gravi. Sospetto, no? Vuoi vedere che Bersani pensa di salvare il suo amicoPenati, eforse anche il suo partito, barattando con Monti chissà quale altra diavoleria?
E dire che da mesi ci stanno facendo una testa così sull’urgenza di un provvedimento che mettesse argine alla corruzione. Se il risultato è che si cancella il principale processo a corrotti e corruttori, il risultato non è male.
Mi auguro che, preso atto dei fatti, oggi Bersani annunci la sua assoluta contrarietà a un simile provvedimento o che, in subordine, convinca il suo socio Penati a rinunciare ufficialmente a qualsiasi tipo di prescrizione in nome di quella superiorità etica e morale rivendicata dalla sinistra e al motto antiberlusconiano che recita: dai processi non si scappa. L’impressione è invece che qualcuno se la stia dando a gambe levate, con la complicità di un governo insospettabile per definizione (e grazia divina).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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