Grillini in marcia su Roma: chi deciderà la linea politica?

Ma, quando i seggi saranno riaperti, quando lo spoglio sarà terminato, quando gli scranni saranno assegnati, chi sarà a decidere? Chi avrà l'ultima parola? Beppe Grillo, che continua a far sapere che di mettere i piedi in parlamento non ha affatto voglia tanto gli fa schifo la politica, oppure Gianroberto Casaleggio, che da sempre gestisce - dietro le quinte - la rete che sostiene il comico genovese e che fa macinare voti al Movimento 5 Stelle? Oppure la base che verrà a trovarsi in posti chiave e che sarà chiamata a decidere la politica estera dell'Italia e a varare le misure economiche a sostegno dello sviluppo delle nostre imprese - quella stessa base che, nelle ultime ore, si sta ribellando e sta mostrando tutto il proprio malcontento nei confronti del padre padrone?

Mentre ai piani alti Beppe Grillo si diverte a tessere con Antonio Di Pietro un'alleanza virtuale, che, come fa notare l'Huffington Post, potrebbe essere pilotata dal vicedirettore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio (leggi l'articolo), la base a 5 Stelle è in estremo fermento. Il comico guarda alle elezioni politiche che si terranno l'anno prossimo: candida l'ex pm di Mani Pulite al Quirinale, all'indomani del terremoto politico che, anche grazie all'inchiesta di Report, ha devastato l'Idv; poi blinda le candidature alla Camera per non avere nelle schiere del M5S avventori dell'ultima ora; infine, si prepara a sferrare una campagna elettorale che dalla rete alle piazze punta a ottenere il 20% delle preferenze. Insomma, non si cura delle spinte che, all'interno del movimento, rischiano a minarne la leadership incontrastata. D'altra parte ci sono stati già i casi di Valentino Tavolazzi e Giovanni Favia - entrambi digeriti nel giro di pochi giorni dagli stessi grillini che non hanno battuto ciglio davanti alle epurazioni volute dal comico. Ognuno per la sua strada. Il comico esterna, provoca, azzanna. I suoi seguaci, poi, vanno avanti a briglia sciolte.

Tanto ter fare un esempio: la boutade su Di Pietro al Colle non è affatto piaciuta alla base. "Non c'è alcun patto", si affretta a commentare Giancarlo Cancelleri, forte del successo ottenuto alle regionali in Sicilia. "Mi ha fatto sorridere perché ha detto che Di Pietro ha tra le sue qualità il fatto di essere un po' un testone, che decide tutto da solo - fa eco Raffaella Pirini - si vede che Grillo si sente più democratico perché decide insieme a Casaleggio". Nemmeno il diktat sui talk show ha fatto tanto piacere ai grillini che continuano ad essere attratti dalle telecamere e dai microfoni. La battutaccia contro le donne in televisione ("Godono solo in tv") ha, poi, fatto, infuriare il consigliere del Comune di Bologna Federica Salsi che ha detto di Grillo "maschilista da Medioevo".

Di tutte le polemiche il comico non sembra affatto curarsi. Come d'altra parte dei risultati ottenuti dai suoi "uomini" una volta eletti. Lo dimostra l'immobilismo in cui giace, ormai da mesi, il Comune di Parma.

Tanto che viene da chiedersi: cosa succede se il Movimento 5 Stelle dovesse fare incetta di voti alle prossime politiche? Ne abbiamo parlato con Ulisse Severino, analista di Piazza Affari: "Poiché Grillo non ha alcun tipo di programma, se non quello di andare contro tutto e tutti, in presenza delle sue esternazioni più forti lo spread potrebbe superare in scioltezza i massimi che aveva registrato in concomitanza con le dimissioni di Silvio Berlusconi da Palazzo Chigi". Ma, a questo punto, continua Severino, "parlare di 500 o 700 punti base non avrebbe alcun significato" dal momento che "potremmo assistere al disfacimento politico ed economico" del nostro Paese.