Scandalo Mps

Mussari e i 700mila euro finiti nelle casse del Pd

Bersani: "Il Pd fa il Pd, le banche fanno le banche". Ma, stando ai dati della Camera, dal 27 febbraio 2002 al 6 febbraio 2012, Mussari ha versato al Pd ben 683.500 euro

Mussari e i 700mila euro finiti nelle casse del Pd

Responsabilità. Il centrodestra chiede a Pier Luigi Bersani di prendere una posizione nel brutto pasticcio che sta venendo fuori al Monte dei Paschi di Siena. Più particolari emergono, più si fa pressante la neccessità di trasparenza da parte del leader del Partito democratico affinché spieghi i favori a Mps e le responsabilità dei vertici piddì nella disastrosa gestione della banca. "Nessuna responsabilità del Pd, per l’amor di Dio - replica Bersani - il Pd fa il Pd e le banche fanno le banche". Nel frattempo, però, spuntano i finanziamenti (leciti) di Giuseppe Mussari prima ai Ds, poi al Pd. Si parla di quasi 700mila euro.

"Francamente il Pd non c’entra un accidente, il sindaco prima di andarsene ha anche promosso il rinnovamento. Il Pd fa il Pd, e le banche fanno le banche". È il refrain che Bersani va in giro a ripetere da diverse ore. Non convince nessuno. Nonostante i vertici di via del Nazareno abbiano provato a prendere le distanze dalla selva di accuse e polemiche che li stanno sommergendo, i legami con il partito di Bersani vengono a galla. D'altra parte Mussari, l'ormai ex presidente dell'Abi e già al vertice prima della Fondazione e poi della stessa banca, non li ha mai nascosti. Anzi. Stando alle carte pubblicate oggi dall'Huffington Post, infatti, Mussari è stato probabilmente uno dei principali finanziatori privati dei democratici a Siena, sia al tempo dei Ds sia recentemente con il Pd. "Secondo i dati ufficiali della Camera dei Deputati, dal 27 febbraio del 2002, data del suo primo assegno al partito, fino al 6 febbraio dello scorso anno - si legge sul sito diretto da Lucia Annunziata - Mussari ha versato a titolo personale nelle casse del movimento ben 683.500 euro". Va detto subito che i finanziamenti di Mussari sono leciti: è tutto dichiarato, nero su bianco, sulle carte di Montecitorio.

Tuttavia, quei 700mila euro danno l'idea di quanto fosse stretta la vicinanza tra l'ex presidente dell'Abi e il partito di Bersani.

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