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Il Napoli spacca lo spogliatoio del Parlamento

Il leghista Cantalamessa soffia a sorpresa a Cangiano (Fdi) la presidenza del club dei tifosi di Palazzo

Fonte: Edizione Napoli
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Montecitorio, vicolo spaccanapoli. È da poco scoccata la mezza e c'è gente che arriva, telefona, entra e riesce, guarda l'orologio, si spazientisce, qualcuno sussurra, altri alzano la voce, quasi tutti comunque sorridono. Sotto la tensione resiste la goliardia. Tutti hanno passato una stagione da sogno, una di quelle con cui conti i tempi della vita e ti fanno dire ai defunti: che vi siete persi. Ogni partita a tifare insieme per il Napoli, scaramanzia dopo scaramanzia, fino allo scudetto. Adesso sono qui per eleggere il nuovo presidente.

È un martedì di settembre e il Napoli Club Parlamento sta per cambiare faccia. Il veterano Gaetano Quagliariello fa un passo indietro. Il volto nuovo dovrebbe essere Gerolamo Cangiano, detto Gimmi, deputato di Fratelli d'Italia, casertano, compagno di Valeria Marini (ma in questa storia non è di alcuna importanza). L'idea è di sceglierlo per acclamazione. Solo che Gimmi non c'è e mancano anche gli altri parlamentari meloniani. Quando hanno fissato l'elezione non c'era ancora in programma l'assemblea nazionale di Fratelli d'Italia. La cosa più saggia era rinviare tutto. Niente da fare, qualcuno si è impuntato. È così che i voti, a sorpresa, vanno a Gianluca Cantalamessa, napoletano di Napoli, senatore leghista, figlio d'arte, con padre europarlamentare missino.

È una sorta di colpo di mano, o perlomeno una scortesia. La replica è che gli assenti hanno sempre torto. Fatto sta che in quaranta se ne vanno via delusi. Il club è una cosa tra amici e certi giochetti finiscono per rovinare il clima. È così che nasce la scissione. Nasce così il Napoli club Montecitorio. Qualcuno ha offerto ai partenopei della diaspora asilo temporaneo tra gli interisti di Palazzo Madama. Declinato, il tifo non è calciomercato. Da notare che i club calcistici in Parlamento non ospitano solo deputati e senatori in carica, ma ci sono anche quelli del passato, tecnici, qualche portaborse e parecchi giornalisti parlamentari. È un pezzo di napoletanità.

Già si sa, adesso si alza qualche discendente di Marco Porcio Catone Uticense, non il censore, ma il meno simpatico nipote, così stoico da farsi detestare perfino dalla madre e dalla sorella, e comincia la litania dello sdegno. E vai di vergogna, ma non hanno altro da fare, ma li paghiamo per queste cavolate e via di indignazione. Il Parlamento è l'autobiografia di una nazione e non sarebbe reale se l'amore per la squadra di calcio diventa qualcosa di indegno. Non è da queste cose che si giudica un politico. "Ma lo si vede dal coraggio, dall'altruismo e dalla fantasia". La disfida del tifo napoletano è solo una storia da raccontare, con Cangiano che ha passato la mattinata a subire gli sberleffi affettuosi dei colleghi. Ora lo chiamano "lo scissionista". Proprio a lui che ieri ha vinto una battaglia parlamentare importante: la nascita della Bicamerale contro le eco mafie, con poteri investigativi, e di cui sarà vice presidente. Cangiano è cresciuto nella "terra dei fuochi" e sa cosa significa vedere i propri cari morire di tumori rari. È per questo che su tutto il resto si può pure ridere. La maggioranza di governo si spacca sul tifo napoletano.

È per questo che il calcio resta la cosa più seria di quelle poco serie.

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