Napolitano più furbo che cieco

Il presidente Napolitano ieri ha detto di non aver visto un boom del partito di Grillo. E dove dia­volo stava guardando?

Napolitano più furbo che cieco

Il presidente Napolitano ieri ha detto di non aver visto un boom del partito di Grillo. E dove dia­volo stava guardando? Forse pe­sa­no i problemi che l’età porta inevita­bilmente alla vista. Se fosse così sareb­be scusato, prima o poi sono guai che toccano a tutti. Ma a pensarci bene, per Napolitano, la miopia è un proble­ma non nuovo, ne è afflitto fin da giova­ne. A metà degli anni Cinquanta, già politico d’alto bordo,non vede le atro­cità commesse dai soldati russi nell’invasione dell’Ungheria, che infatti benedice svento­lando la bandiera rossa in segno di festa.

Passa il tem­po e, da vicesegretario del Pci, non vede il flusso di ru­bli che Mosca riversa in nero nelle casse del partito (finanzia­mento illecito ai partiti). La vista poi continua a peggiorare. Negli anni No­vanta non vede i privilegi di cui gode come presidente della Camera, e nep­pure vede bene come i partiti, compre­so il suo, decidono di finanziarsi con soldi pubblici nella misura in cui oggi sappiamo. Le cose non migliorano al Quirinale: la miopia gli impedisce in­fat­ti di vedere che mentre fuori la gen­te tira la cinghia lui vive come un re nel­l’istituzione più costosa al mondo (quattro volte la Casa Bianca). È da capire Napolitano.

Che forse non ci ha visto bene neppure quando, dopo aver volutamente fatto macera­re il governo Berlusconi nella palude del conflitto istituzionale, ha insedia­to Monti come salvatore della Patria. Perché le cose non stanno andando come aveva pre-visto, soprattutto è in forse la fase due del piano: consegna­re il Paese alla sua adorata sinistra.

Già, perché come se non bastassero gli inciampi di Monti è pure arrivato imprevisto quel pazzo di Grillo a pro­sciugare il già arido mercato dei voti. Da suonatore, il presiden­te rischia di diventare suo­nato e più che la vista perde nervi e controllo. L’arbitro si rivela giocatore, quale è, e non riconosce i milioni di legit­timi voti raccolti dal capocomico genovese.

Napolitano mi sembra co­me Scalfaro nel ’93: con i suoi amici e colleghi magistrati aveva preparato la salita al potere della sinistra di Occhet­to quando all’ultimo spuntò dal nulla tal Berlusconi, che non era comico ma ci divertì uguale. Apra gli occhi, presidente Napolitano, ma soprattut­to teniamoli ben aperti noi.

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