Nato per sbaglio: pagherà il medico

Invece dell'anticoncezionale prescrisse ormoni: dovrà mantenere il bimbo con 400 euro al mese per 20 anni

Un cerotto per la menopausa al posto di un cerotto anticoncezionale. Lo scambio è costato caro a un medico di base che ora avrà un mutuo fisso da pagare: 400 euro al mese da versare per vent'anni alla donna che, fidandosi della sua prescrizione, è rimasta incinta e ha avuto un bimbo ora di cinque anni. Il risarcimento è stato fissato dalla prima sezione del Tribunale di Milano che, dopo tre anni di contenzioso, ha condannato un medico di base dell'hinterland milanese per grave negligenza «avendo sbagliato clamorosamente la prescrizione di un farmaco il cui foglietto illustrativo non lascia dubbio alcuno». Il medico ha già annunciato ricorso in appello, la battaglia sarà lunga e alla fine non è chiaro chi delle parti la spunterà. Secondo i legali del medico, sembra più un «concorso di colpa» che un errore professionale del loro assistito. La donna, infatti, si sarebbe rivolta a lui perché aveva il ciclo irregolare e non perché voleva evitare altre gravidanze. In realtà, alcuni testimoni sostengono che la donna chiedeva proprio un cerotto anticoncezionale perché, assieme al suo compagno (disoccupato e malato), non avrebbe potuto sostenere l'onere economico di un figlio da crescere. S

ta di fatto che la gravidanza indesiderata è avvenuta e ha fatto nasce un bel bambino che va ora mantenuto. Da chi? Il tribunale non ha dubbi. Dal medico che dovrà sborsare 400 euro al mese alla coppia (116 mila euro in totale) per affrontare "i costi e le spese del suo mantenimento e la sua educazione, fino al raggiungimento della sua indipendenza economica" che si presume avverrà a vent'anni. Insomma, sembra che il medico debba accollarsi una sorta di adozione a distanza a causa di una sua fatale svista. Del resto, lui stesso avrebbe potuto capire che la coppia era obiettivamente in difficoltà perché come medico curante “non poteva ignorare la malattia dell'uomo e le conseguenti difficoltà lavorative – si legge nella sentenza - né poteva ignorare le precarie condizioni economiche che emergevano anche dall'esenzione dal ticket sanitario". La posizione del medico è delicatissima. A suo discapito ci sono precedenti della Cassazione decise a far pagare a caro prezzo le sviste dei medici che provocano nascite indesiderate. E accanto all'errata prescrizione di farmaci ci sono state condanne per l'errore diagnostico prenatale (con mancata rilevazione di una malformazione neonatale che avrebbe indotto la gestante ad interrompere la gravidanza). In altre decisioni, invece, il medico ha risarcito per la scorretta esecuzione chirurgica di strumenti anticoncezionali (ad esempio un errore tecnico in un intervento di vasectomia). L'elenco è lungo basti pensare che le richieste di risarcimento sanitarie sono lievitate del 250 per cento in 15 anni e sei volte su dieci scatta la condanna in sede civile. Sempre più spesso i pazienti, vittime di presunti casi di malpractice, scendono in campo per far valere i loro diritti. Secondo il Tribunale dei Diritti del Malato 1 cittadino su 5 denuncia un errore, di cui il 72% in interventi chirurgici; il 22% per errata diagnosi e il 4% per errata terapia. Ogni anno, infatti, partono dai tavoli dei legali 34.000 denunce contro i medici dopo un ricovero in ospedale o un intervento Dall'altra parte i camici bianchi lamentano di essere ostaggio di "avvocati senza scrupoli" e polizze assicurative costose.

E otto chirurghi su 10 ammettono di evitare interventi, andando oltre la normale prudenza, per paura di una causa. A peggiorare la situazione si aggiunge il costo assicurativo medio per medico, salito del 23,86% per un totale di 4.569 euro a professionista: quasi mille euro in più in soli 12 mesi.

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