Nel tritacarne anche l'amico di Formigoni

Indagato Perego, conquilino del governatore alla Memores Domini, per l'acquisto di una villa in Sardegna

All'inchiesta della Procura di Milano su Roberto Formigoni non è rimasta estranea neanche la «famiglia» del governatore: ovvero la comunità dei Memores Domini in via Villani dove vive il presidente della Regione Lombardia. In particolare l'attenzione si è concentrata su Alberto Perego, che gli inquirenti hanno individuato come il leader della comunità. Perego è finito sul registro degli indagati insieme a Formigoni: colpa dell'acquisto di una villa in Sardegna a prezzo scontato che - secondo i pm - costituisce uno dei tanti favori fatti a Formigoni dal lobbista Piero Daccò per conto della Fondazione Maugeri.
La villa comprata da Perego per tre milioni ne varrebbe in realtà oltre 4,3: e così il milione e 300mila euro di differenza è andato a far parte della contabilità della tangente contestata al governatore. Ma, per quanto si intuisce dall'invito a comparire notificato l'altro ieri a Formigoni, nell'architettura dell'accusa Perego riveste un ruolo anche più vasto, collegato al riciclaggio delle somme contestate al governatore, e connesso in parte al suo ruolo nella comunità religiosa di via Villani. Dell'acquisto della villa in Sardegna ieri Formigoni ha parlato in una intervista all'Ansa ribadendo la sua versione: «La villa non è mia. Io ho fatto un prestito ad un amico, che l'acquistava, di un milione di euro. Non c'è bisogno di fare alcuna investigazione. Il milione di euro è stato tratto dal mio conto corrente».
Oltre a quello di Perego, nell'invito a comparire recapitato al difensore di Formigoni, Salvatore Stivala, compare anche il nome di Carlo Lucchina, direttore generale per la Sanità della Regione Lombardia, già indagato per turbativa d'asta in un'altra inchiesta sugli appalti sanitari. Nell'indagine sulla Fondazione Maugeri a Lucchina i pm contestano invece il concorso negli atti contrari ai doveri d'ufficio commessi da Formigoni insieme «a pubblici ufficiali ancora da identificare», ovvero le delibere regionali annuali con cui a partire dal 2002 e fino al 2011 «nella remunerazione delle funzioni non tariffabili vi è stata l'inclusione di quelle di alta complessità e di qualità nella riabilitazione che hanno consentito notevoli guadagni alla Fondazione Maugeri». A queste delibere si riferiva Formigoni quando, nella conferenza stampa di mercoledì, ricordava che hanno in realtà riguardato non solo la Maugeri ma «una miriade di altri soggetti pubblici e privati», e ricordava che le aziende della sanità privata lombarda ricevono in proporzione molto meno di quanto ricevano sotto questa voce quelle pubbliche. Si tratta verosimilmente di argomentazioni simili a quelle che Formigoni svolgerà davanti ai pm quando si presenterà per l'interrogatorio, che la Procura aveva fissato per domani ma che il governatore ha chiesto di posticipare. Il rinvio è stato chiesto sia a causa di impegni precedenti, sia per consentire a Formigoni e al suo avvocato di preparare con maggior cura questo passaggio delicato dell'inchiesta.

Ieri l'avvocato Stivala è tornato ad incontrare sia il procuratore Bruti Liberati che i pm Pedio e Pastore, cui ha offerto una disponibilità in tempi brevi. È probabile che l'interrogatorio avvenga la prossima settimana. Non in Procura, comunque, ma in un luogo riservato, al riparo dai flash e dai taccuini dei mass media.

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