New YorkaRalph Lauren scalda il cuore del popolo della moda che ieri ha dovuto affrontare una pazzesca tempesta di neve per raggiungere la sfilata in un ex capannone industriale downtown. Però è stato bello lasciarsi alle spalle l'ingorgo nella tormenta siberiana sull'Hudson River per entrare nel magico mondo di Ralph. Per la prima volta in passerella ci sono due collezioni diverse: la linea Polo donna che ha debuttato ieri in anteprima mondiale (il lancio ufficiale avverrà in settembre con l'apertura di un megastore nell'ex spazio Disney sulla V strada) e la Collection, massima espressione del lusso secondo RL. Lo show comincia con Polo: 25 impeccabili uscite di capi destinati a donne dai 16 anni in poi, il target più vasto che si possa immaginare. Per esempio Georgia O'Keefe, la grande artista che per un soffio non è diventata centenaria, avrebbe tranquillamente potuto indossare il lungo cardigan a disegni Navajo sull'elegante vestitino fantasia portato con i calzettoni di lana spesso infilati nei sandali dalla zeppa di legno oppure negli scarponcini da montanara a tacco alto. Qualunque ragazzina di buon gusto adorerà le belle gonnelline corte e nere sotto alle giacche a vento nei più squillanti colori fluo (giallo, verde e arancio) da accessoriare con leggings, Mary Jane (le scarpe allacciate dal cinturino) basco in testa e piccole borse a bandoliera. E tutte le donne del mondo sanno che basta un lungo cappotto maschile in panno nero, un bel pullover trasformato in abito e uno strepitoso cinturone con le placche d'argento sotto ai turchesi per possedere la quintessenza dello stile Ralph Lauren. Certo quando in passerella compare la Collection tutto il resto sparisce: questa sophisticated Lady vestita in bianco, cenere di rosa o grigio perla dal mattino alla sera è il massimo dell'espressione con il minimo dei gesti, un capolavoro sartoriale pronto per comparire sulle passerelle dell'alta moda di Parigi. Davvero incredibili le pellicce di mongolia intarsiate a mano, tutti gli abiti da sera tagliati in sbieco e drappeggiati sul corpo con la naturale eleganza di un gesto carezzevole per non parlare di cappotti e pullover tagliati a poncho rettangolare. Il bello è che si tratta della stessa donna colta in due momenti diversi: in Polo quando vuole vestirsi bene spendendo massimo 998 dollari da un minimo di 89, in Collection quando il suo stile sublime non ha limiti di budget. «Amo il contrasto tra lo spirito cool ed eclettico di Polo e il glamour lussuoso di Collection» spiega lo stilista-simbolo dell'american dream che ha cominciato nel 1977 con una valigia di cravatte e oggi fattura 7 miliardi di dollari pari a 5 miliardi di Euro. Tanto di cappello anche a Hugo Boss, mastodontico brand di origine tedesca che ha scelto come nuovo direttore creativo il giovane designer Jason Wu. La collezione prevede un mix tra pezzi dalla teutonica severità (tailleur nero ad astuccio, lungo paltò grigio con pannelli scozzesi, una bella borsa a bauletto in mano) e capi supersexy da sera dopo una serie di stupende gonne in paillette sotto al pullover di maglia. Insomma la signorina Rottermayer incontra Jessica Rabbit dentro un manga giapponese. Invece Anna Sui affronta per la prima volta le sue radici orientali ispirandosi ad Anna May Wong, star sino americana del cinema muto. Il risultato è una China Girl un po' troppo didascalica e decorata anche se molto piacevole da guardare.
Il futurismo di Proenza Schouler, marchio disegnato da Lazaro Hernandez e Jack McCollough ci lascia invece freddi come ghiaccioli. E visto che a New York fa più freddo che a Sochi e c'è più neve che a Cortina, francamente non è bello.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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