La nera profezia di Tremonti: "Spariranno pensioni e sanità"

La prospettiva di Giulio Tremonti per il futuro economico del Paese non è rosea, tanto che l'ex ministro prospetta il cosiddetto "autunno democratico"

La nera profezia di Tremonti: "Spariranno pensioni e sanità"
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Giulio Tremonti, ex ministro dell'Economia con Silvio Berlusconi, è oggi un onorevole della Repubblica e di recente ha presentato la proposta di legge sul fisco accompagnata da una relazione piuttosto cruda sull'attuale situazione italiana. Nella sua previsione, se nulla dovesse cambiare, spariranno il welfare e lo stato sociale in Italia. Sono due i dati di partenza dell'analisi di Tremonti: l'aspettativa di vita più alta e la denatalità, elementi con i quali gran parte dell'Occidente, ormai da tempo, deve fare i conti.

"È per questo che in una non remota prospettiva temporale, fra pochi anni, all’autunno demografico verrà ad aggiungersi un altro tipo di autunno: l’autunno democratico", si legge nella relazione di Tremonti, secondo il quale "la prevista progressiva riduzione dell’assistenza sociale pubblica avrà infatti carattere regressivo, perché destinata a svilupparsi all’interno di una società in cui pochi potranno comunque garantirsi un proprio welfare privato, mentre la massa degli altri subirà senza alternative la progressiva drammatica riduzione del welfare pubblico". Detto in poche parole, significa che si rischia di andare verso un sistema in cui scomparirà la sanità pubblica e le cure saranno appannaggio di chi potrà permettersi un'assicurazione privata.

Per cercare di invertire la rotta, Tremonti nella sua relazione prospetta interventi pubblici per favorire le famiglie e la natalità, come il governo sta già facendo, ma ipotizza anche una detassazione completa anche per qualsiasi donazione fatta a enti di volontariato e del terzo settore.

Non si tratterebbe di sostituire il 5 per mille, introdotto dallo stesso Tremonti ma di "intercettare la cosiddetta 'grande eredità' che (non solo in Italia) sta per essere lasciata dai cosiddetti baby boomers e, dall’altro lato, incrociare la crescente positiva disponibilità verso l’impegno civile che si sta manifestando all’interno di aree crescenti della nostra società. E l’affollamento degli spot televisivi mirati a tutto questo ne è tra l’altro la prova".

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