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«Nessun segretario», Santanchè agita il partito

La deputata anticipa l'organigramma del nascente movimento. E i suoi colleghi si dividono

«Nessun segretario», Santanchè agita il partito

Roma - Nella zoologia di Daniela Santanchè (pitonessa, falco) mancava lo scorpione. Ci ha pensato Beatrice Lorenzin, che di lei dice: «Mi sembra lo scorpione sulla rana, dove Forza Italia è la rana che ci porta tutti fuori dal fiume, ma il suo istinto la porta a uccidere Forza Italia come lo scorpione fa con la rana».
Favole animaliste a parte, le dichiarazioni della Santanchè al Tempo su Angelino Alfano di ieri hanno infuocato il Pdl. Provocando polemiche perfino esagerate rispetto al commento della discordia, quello sulle deleghe tolte ad Alfano: «È semplicemente quello che voleva anche Angelino. Quando è stato eletto segretario ha detto che voleva “una testa una sedia”. E quindi siamo andati nella direzione che lui stesso ha indicato. E poi la nuova Forza Italia sarà un partito presidenziale con a capo Berlusconi e senza segretario».
Parole recepite da più di un collega di partito come un tentativo di «spaccare il partito», come dice la stessa Lorenzin. «Una polemica sbagliata nei contenuti e nel momento scelto visto che oggi lo scontro politico è concentrato sul ruolo e il futuro di Berlusconi sottoposto ad un durissimo attacco politico e giudiziario. Questo dovrebbe essere il momento dell'unità e non della divisione», dice Fabrizio Cicchitto, che ricorda a Santanchè che «è responsabile dell'organizzazione del partito e quindi dovrebbe svolgere un ruolo di garanzia e di mediazione nei confronti di tutti e non di divisione». «La complicata e drammatica situazione politica - concorda la deputata Barbara Saltamartini - ci obbliga ad evitare di innescare faide interne, affinché tutte le energie siano indirizzate al rilancio del centrodestra. Chi oggi vuole dividere non è utile a questo progetto». Mette ordine Paolo Romani: «Mostrare dubbi o difficoltà interne, o strategie opposte, ha l'unica conseguenza di delegittimare ogni azione di esponenti del nostro stesso partito». E anche Renato Brunetta, non certo una mammoletta, si dissocia: «A chi giova l'azione privata e pubblica di personaggi che usano la vicinanza vera o presunta al presidente Berlusconi per fomentare divisioni risibili tra falchi e colombe credendo di averne improbabili vantaggi?».
Attacchi duri, che fanno scattare un cordone sanitario attorno alla Santanchè. Daniele Capezzone parla di «toni eccessivi e fuori misura» e avvisa i naviganti: «Non dobbiamo avere un approccio timoroso rispetto a una discussione interna, purché ovviamente reciprocamente rispettosa». E quindi «rispetto alla nuova Forza Italia, sono assolutamente legittime tutte le impostazioni: quella di chi privilegia il carattere presidenzialista e di opinione, quella di chi pone invece l'accento sull'esigenza di radicamento territoriale, e quella di chi ritiene necessario un ragionevole mix di queste due componenti».

Dà un colpo al cerchio e uno alla botte il coordinatore Sandro Bondi: «Poiché ritengo che anche nel futuro Alfano continuerà ad avere un ruolo di primo piano a fianco del presidente Berlusconi, appaiono spropositate e ingenerose le critiche a Daniela Santanchè, che rappresenta una voce autorevole e appassionata del nostro movimento, impegnata come tutti in una battaglia decisiva per il nostro futuro e per il futuro del nostro Paese».

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