Nessuno sconto a Monti nel dossier rilancio del Pdl

Domani il vertice tra premier e ABC. Primo obiettivo lo sblocco dei crediti dello Stato verso le imprese

Nessuno sconto a Monti nel dossier rilancio del Pdl

Roma - Rinfrancato dagli ultimi sondaggi che danno Pdl e Pd appaiati, Angelino Alfano prepara il vertice «Abc» di domani con Mario Monti. In contatto costante con Renato Brunetta e il presidente della commissione Bilancio Antonio Azzollini, il segretario del Pdl vuole presentarsi al faccia a faccia di Palazzo Chigi con Pier Luigi Bersani e Pier Ferdinando Casini con un pacchetto di proposte su cui confrontarsi per mettere in campo una concreta strategia di rilancio. Obiettivo difficile in tempi di crisi e di dotazioni finanziarie azzerate. Ma l’intenzione, condivisa in primis dallo stesso Monti, è quella di approvare un pacchetto di stimolo per la crescita, un provvedimento omnibus che dovrebbe essere varato entro questa settimana in occasione di un Consiglio dei ministri straordinario.
Non si è ancora entrati nel merito ma le linee guida sono pronte. Si parla di uno scongelamento di un pacchetto di infrastrutture ferme al Cipe, dello sblocco entro l’anno di una tranche degli arretrati della pubblica amministrazione nei pagamenti alle imprese (si parla, forse ottimisticamente, del 20% dei 70 miliardi totali), di una road map per rispettare gli obiettivi dell’Agenda digitale europea.
Il Pdl rivendica con forza (e qualche ironia verso Corrado Passera) lo sblocco dei crediti verso le imprese. Il meccanismo su cui si sta lavorando (la cessione pro solvendo, con le banche che erogano gli arretrati con lo Stato come garante) è stato, infatti, proposto dallo stesso Azzollini. «È politico il merito di una soluzione tecnica» dice Mariastella Gelmini. C’è poi la questione della riforma del mercato del lavoro. Via dell’Umiltà vuole tenere una linea dura sulla flessibilità in entrata e non è disposta a fare troppi sconti all’esecutivo. «Se non lo facessimo non saremmo coerenti con il lavoro fatto sulla Legge Biagi e sugli interventi del ministro Sacconi» spiega Maurizio Gasparri.
Il Pdl punta con forza anche sulla detassazione del salario di produttività. Manca, infatti, l’atto di governo che consenta lo sblocco degli 855 milioni destinati dalla legge di stabilità all’incentivazione di accordi sulla produttività, secondo il Pdl una delle poche misure in grado di stimolare processi innovativi di aumento della produttività aziendale e quindi della crescita economica. Pieno sostegno al governo sulla task force per le start-up. Una squadra di undici membri che avrà il compito di presentare entro l’estate un pacchetto di interventi di natura amministrativa, fiscale, di semplificazione burocratica, di credito d’imposta e di sostegno all’internazionalizzazione che consenta ai giovani di tentare l’avventura imprenditoriale.
È su queste linee strategiche che il Pdl sta rafforzando l’asse con le associazioni di categoria, ascoltando i loro rilievi con grande attenzione. I rapporti con ReteItalia sono molto stretti ma anche con Confindustria si sta riannodando un legame incrinatosi lo scorso anno. «A Viale dell’Astronomia la delusione verso il governo è abissale, hanno capito che le aspettative miracolistiche sono destinate a rimanere vane» commenta Gasparri. Sullo sfondo Silvio Berlusconi raccomanda pieno appoggio a Monti «ora che inizia a conoscere le asperità della politica». E invita a tenere conto della questione settentrionale, anche allo scopo di intercettare il popolo delle partite Iva vicine al Carroccio. Anche per questo il presidente del Pdl ha chiesto ad Alfano di impedire ulteriori aumenti dell’Iva e di dare il massimo ascolto alle pmi in difficoltà.

Berlusconi si è anche complimentato con il segretario per la proposta di rateizzazione dell’Imu e per la politica «movimentista» nei confronti del mondo imprenditoriale. Due mosse considerate fondamentali per riacquistare credibilità presso l’elettorato moderato.

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