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Nicola Molteni: «I dati erano inaccetabili: ogni tre giorni una vittima ma adesso si volta pagina"

Il sottosegretario agli Interni soddisfatto: "Più tempestiva l’azione contro questi delitti". Sui poliziotti arrestati a Verona per violenza: "Non si criminalizzi tutto il corpo orgoglio del Paese"

Nicola Molteni
Nicola Molteni

Nicola Molteni, braccialetto elettronico in automatico, distanza minima dalla vittima, tempi più stringenti per l'applicazione delle misure cautelari. Nel disegno di legge contro la violenza sulle donne, discusso in Consiglio dei ministri, sembra che la cosa più importante sia la tempestività degli interventi. È così?

R. Esattamente così. Ogni tre giorni nel nostro Paese viene uccisa una donna, questo è inaccettabile. I dati sono drammatici e preoccupanti. I casi sono stati 119 nel 2020, 120 nel 2021, 126 nel 2022. Nel corso di quest'anno, dal 1 gennaio al 28 maggio sono stati registrati complessivamente 129 omicidi volontari di cui 45 vittime sono donne. È dovere del Governo, in sinergia e collaborazione con il Parlamento, intervenire. Come Viminale interveniamo sul rafforzamento delle misure di prevenzione personali in particolare con l’ammonimento verso gli autori e l’informazione per le vittime. Si rafforza l’intervento del questore. Interveniamo e rafforziamo anche l’uso del braccialetto elettronico.

D. Il governo vorrebbe anche magistrati specializzati in questi reati, dovrebbero occuparsene esclusivamente?

R. Le Forze di polizia e la magistratura hanno maturato in questi anni professionalità e specializzazione per affrontare queste situazioni, dobbiamo insistere.

D. Nella stessa giornata in cui l’esecutivo s’impegna a prevenire i femminicidi esplode il caso delle violenze a Verona di un gruppo di poliziotti, soprattutto su stranieri. Come si può rompere la rete di connivenze che spesso copre questo tipo di reati con la scusa di non voler infangare il buon nome delle forze dell’ordine?

R. I fatti di Verona sono sicuramente gravi ma la Polizia di Stato è una grande istituzione, da sempre al servizio del Paese, che saprà reagire, con dignità e trasparenza, e saprà confermare la fiducia che gli italiani ogni giorno manifestano a questa istituzione che è orgoglio del Paese. Fatti singoli, ovviamente da censurare e sanzionare se confermati, non possono però inficiare il servizio straordinario di 100 mila uomini e donne che ogni giorno mettono il loro impegno, sacrificio e dedizione, spesso in contesti complicati, al servizio degli Italiani. Ripeto i fatti riscontrati sono sicuramente gravi ma da qui a criminalizzare in modo generalizzato l’operato integrale della Polizia di Stato non è accettabile. La Polizia di Stato si è messa da subito, svolgendo le indagini con grande serietà, professionalità e trasparenza, al servizio delle autorità giudiziarie per l’accertamento della verità e della giustizia.

D. Si preannuncia un’estate “calda” per il Viminale anche sul fronte degli sbarchi di immigrati. Come ci si prepara a fronteggiare il fenomeno? Sono arrivati segnali concreti dall’Europa, dopo tante promesse o l’Italia dovrà continuare a fare da sola?

R. il presidente del consiglio Giorgia Meloni, il Ministro Piantedosi e tutto il Governo si stanno dedicando con grandissima determinazione e in tutte le sedi europee e internazionali per contrastare l’immigrazione illegale. I recenti viaggi in Libia e Tunisia, paesi di partenza e transito delle migrazioni, confermano la volontà di agire per bloccare l’attività dei trafficanti e sostenere questi Paesi. I numeri degli sbarchi sono elevati, ma nel mese di maggio, grazie anche all’approvazione del decreto immigrazione, i numeri si sono ridotti. Un segnale positivo, come positivi sono l’aumento del 40% dei rimpatri rispetto all’anno scorso. Lavorare per una gestione ordinata dell’accoglienza con il commissario straordinario senza gravare sulle comunità locali, potenziare i rimpatri, contrastare i trafficanti con le operazioni di Polizia e di magistratura, implementare le procedure accelerate in frontiera con espulsioni veloci verso i Paesi sicuri, lavorare sul piano europeo sono i pilastri dell’Azione del Governo. Difendere confini e frontiere nazionali ed europee rimane la priorità. L’Europa deve declinare al meglio il principio della solidarietà. E l’Italia non può essere l’hub di sbarco di tutti i migranti. I confini italiani sono anche quelli europei, a volte qualcuno se lo dimentica.

D. I corridoi umanitari per i profughi sono diventati più “capienti”per evitare che chi ha diritto all’asilo ricorra a trafficanti e scafisti?

R. l’Italia è l’unico Paese in Europa che fa serialmente corridoi umanitari ed evacuazioni umanitarie dai paesi di partenza e transito delle migrazioni. Soggetti vulnerabili, prevalentemente donne e minori. Per questo non prendiamo lezione in tema di umanità da nessuno. In Italia si deve entrare in legalità e in sicurezza. Non possiamo lasciare agli scafisti la selezione degli ingressi. Ne tanto meno a soggetti privati e stranieri come le Ong. Il decreto Ong voluto dal ministro Piantedosi sta funzionando.

D. Dall’agricoltura all’industria viene la richiesta di lavoratori stranieri. Come si stanno modificando le quote di flussi legali?

R. la sinistra parlava di aumentare le quote del decreto flussi, ma ad averlo fatto è stato questo governo. 82705 quote con il click DAY del 27 marzo, già 74 mila domande sono state istruite e 60 mila nulla osta emessi dagli sportelli immigrazione delle Prefetture. L’unico modo di ingresso legale per lavoro in italia è il decreto flussi. Sono contrario da sempre alle sanatorie. Il decreto immigrazione prevede anche quote extra, ad esempio quote premiali a quei paesi terzi che accettano rimpatri e contrastano l’immigrazione clandestina. Il binario è chiaro. Contrasto durissimo all’immigrazione illegale che crea sfruttamento, caporalato e criminalità e valorizzazione delle quote legali secondo le richieste del mercato dedicando però attenzione e priorità all’occupazione degli italiani. Rimane anche il problema della formazione di questi immigrati. A che punto siamo?

R. Esiste una buona immigrazione e una cattiva immigrazione. Quella cattiva è quella irregolare che crea invisibili, fantasmi, ghettizzati e lavoro nero. Quella buona è l’immigrazione specializzata. La sfida di uno Stato è quella di attrarre immigrazione di qualità.

Nel decreto immigrazione è prevista una maggiore formazione promossa verso i Paesi terzi.

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