
Ci mancava l'intervento del ministro. Trattasi di D'Alia Gianpiero, ieri lista Udc-Casini, oggi Scelta civica vedi Monti; D'Alia è figlio dell'illustre Salvatore, politico della Democrazia cristiana che fu e che resiste.
Il giovane Gianpiero è ministro per la Pubblica amministrazione e la Semplificazione ma da siciliano messinese è voluto scendere in campo per difendere l'onore dell'isola e, dunque, chiedere non l'arresto, per il momento, ma la radiazione di Fabrizio Miccoli il quale, secondo il ministro, «non può continuare a giocare perché ha tradito la fiducia di migliaia di tifosi che in lui, capitano del Palermo, hanno visto un esempio in cui identificarsi e per questa ragione, chiediamo alla Figc di intervenire pesantemente e di valutare la sua radiazione». Mi aspetto soltanto che la federcalcio si metta sull'attenti ed esegua la richiesta ministeriale. Sarebbe un buon precedente, abbastanza imbarazzante. Magari alla prossima tornata un ministro chiederà a Prandelli di convocare un calciatore per meriti sociali, oppure di lasciarne a casa un altro per comportamento irriguardoso.
Sono i tribunali, quelli ordinari e quelli sportivi, a fare sentenze, i ministri facciano il proprio mestiere, se ne sono capaci. Sia chiaro: non intendo salvare o giustificare il comportamento e il linguaggio del calciatore, il quale già aveva dato in passato altri esempi non proprio edificanti (l'acquisto all'asta per 25mila euro dell'orecchino di brillanti sequestrato dalla Finanza a Diego Armando Maradona, per farne restituzione allo stesso argentino, idolo del Romario del Salento, al punto da battezzare Diego, il proprio secondo figlio), ma fa specie la reazione di un rappresentante del governo il quale ritiene o riteneva che un calciatore possa avere tradito la fiducia dei tifosi e dunque vada espulso. Se così fosse, molti sodali di D'Alia dovrebbero ricevere uguale trattamento, la radiazione dalla politica per aver tradito la fiducia, non dei tifosi ma dei cittadini tutti. Il football, come stanno insegnando le vicende brasiliane, è una buona occasione per farsi conoscere e riconoscere, per raccogliere interesse e aprire dibattiti.
Fabrizio Miccoli a trentaquattro anni ha già concluso la sua carriera, ha fatto il giro d'Italia dal Nord al Sud, lascerà Palermo, emigrerà lontano, svergognato dalle intercettazioni rese pubbliche e dalla frequentazioni maligne; gli restano le memorie dei gol, il tatuaggio di Che Guevara sul polpaccio destro, il brillante di Maradona e il fango di Falcone. Roba da dimenticare.
Post scriptum: risulta che Gianpiero D'Alia, nel corso della XVI legislatura, abbia fatto registrare un tasso di assenze pari al 43,54 per cento. Un record. Come futuro ministro delle semplificazioni si era portato avanti con il lavoro, più semplice di così. Ma è un dettaglio che non fa notizia. Fa politica onorevole.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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