MilanoSe trovano un ostacolo non l'aggirano ma diventano violenti e cominciano a menare. La battaglia anarchica contro la Tav può avere varie forme. Meglio però farla al buio e con il volto coperto, senza stare a sottilizzare se poi ci scappa qualche scazzottata. Ne sa qualcosa una delle due guardie giurate in servizio l'altra notte davanti alla sede del quotidiano Il Sole 24 ore e di Radio 24, in via Monte Rosa. Un italiano 28enne che, nel tentativo di bloccare un gruppo di anarchici all'arrembaggio dei muri del giornale di Confindustria, ha rimediato una prognosi di 15 giorni per un trauma cranico, una frattura alla quarta costola, una distrazione al rachide cervicale e varie contusioni. Al momento è lui l'unica seppur molto dolorante vittima del raid di tre ragazzi e una ragazza tra i 25 e i 30 anni. Che, con il passamontagna calato sulla faccia e armati di grosse bombole spray di vernice rossa e nera, tra le 3 di notte e le 9.20 di venerdì, hanno imperversato lasciando la scritta «No Tav liberi» davanti alle sedi milanesi di alcuni tra i più importanti organi di stampa italiani: dopo il Sole è toccata infatti alla facciata di via San Marco del Corriere della Sera, ai muri di Radio Deejay in via Massena, quindi all'ingresso del gruppo L'Espresso in via Nervesa e, in mattinata, al portone del Giornale in via Gaetano Negri e infine del Giorno in via Stradivari. Il vigilantes di via Monte Rosa ha avuto l'ardire di affrontarli in un corpo a corpo, deciso a bloccarli al punto da strappare a uno dei tre giovani uomini il passamontagna. Non l'avesse mai fatto: dopo aver cercato, invano, di puntargli contro la bombola spray - che proprio in quel momento ha fatto cilecca - un altro ragazzo del gruppetto, notando l'amico in difficoltà e smascherato, ha sferrato alla guardia giurata un calcio in faccia dagli esiti tristemente noti.
«Niente che non ci aspettassimo dagli anarchici nel clima che precede un appuntamento come quello di domani (oggi per chi legge, ndr): sono furibondi per le accuse di terrorismo che hanno portato in carcere quattro dei loro: Claudio Alberto, Mattia Zanotti, Chiara Zenobi e Niccolò Blasi. Tutti gli altri schieramenti che si battono contro la Tav, e che conosciamo, lo fanno con modalità ben diverse» dichiarano sobri gli investigatori della Digos e del Nucleo informativo dei carabinieri intervenuti ieri sul posto. Oggi, facendo i dovuti scongiuri, saranno impegnati in maniera massiccia a monitorare il corteo che, a partire dalle 14, si snoderà da piazza XXV aprile, in zona Garibaldi, fino a piazza XXIV maggio, al Ticinese in contemporanea con altre manifestazioni previste in tutto il nord Italia. La raffica di blitz milanesi a suon di scritte aveva infatti il solo scopo di lasciare un segno minaccioso prima della manifestazione contro la realizzazione della tratta ferroviaria Torino-Lione che oggi si terrà, con varie forme di mobilitazione, oltre che a Milano, anche a Torino, Bologna, Genova e Trento. Mobilitazioni che, sempre secondo le forze dell'ordine, in qualche modo sono destinate a lasciare il segno con scontri di piazza più o meno importanti.
E dopo il documento di tre pagine scritte a computer che giovedì è arrivato contemporaneamente alle redazioni locali dell'Ansa di Torino, Bologna e Roma per sancire la nascita dei Noa, i Nuclei operativi armati con cui gli anarchici che combattono la Tav vogliono trasformare la protesta in val di Susa in vera e propria lotta armata, ieri un «cattivo maestro preoccupato», come si firma, ha inviato per la seconda volta dalla scorsa estate una lettera alla redazione di Repubblica di Torino.
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