«Per noi botta da 130 milioni»

Milano Ettore Fortuna, presidente di Mineracqua (nel tondo), contesta il decreto fin dal titolo.
«Promozione dei corretti stili di vita e riduzione dei rischi sanitari connessi all'alimentazione: per dare l'idea che sia una tassa di scopo, utile. Ma non è vero: in realtà, è una gabella vera e propria perché va a colpire in modo sproporzionato prodotti che tra l'altro hanno calorie dieci volte inferiori a quelli che vengono somministrati ai bambini per merenda».
Che cosa intende per sproporzionato?
«In Italia le bevande sono già tassate più che in tutto il resto d'Europa: l'Iva al 21% quando la media europea è del 16%. In Francia, dove pure hanno deciso di tassare le bevande zuccherate, si parte da un'imposta non superiore al 5,5%».
Il governo minimizza, parlando di pochi centesimi a lattina.
«Non è esattamente così. L'aumento sarà di 7,16 euro ogni cento litri di bevanda, che per la bottiglia da un litro e mezzo - la più acquistata dalle famiglie - si traduce in 10 centesimi: un aumento del 35% per chi compra il prodotto di primo prezzo, a 30 o 35 centesimi la bottiglia».
Quindi ne comprerà meno.
«Certo: difficilmente entreranno nelle casse dello Stato i 250 milioni di gettito attesi. Abbiamo calcolato che ci sarà invece un calo di consumi per 100 o 130 milioni. A pagare sarà un settore, quello dei soft drink, che dà lavoro, compreso l'indotto, a 25mila persone. E che non ci sta a essere intruppato con tabacchi, alcolici e videopoker, come fossimo un vizio da punire».
Ma quante bibite si bevono alla fine in Italia?
«Meno che nel resto d'Europa: 62 litri pro capite, contro i 139 della Germania o i 107 della Gran Bretagna. E il tasso d'obesità in Italia è molto più basso che altrove. L'educazione alimentare, comunque, si fa in altro modo, incidendo sugli stili di vita».


E voi come vi impegnate in questo?
«Abbiamo preso un impegno quando ministro della Salute era Fazio. Obiettivo, un'ulteriore riduzione dello zucchero nelle bibite - che comunque dal 2004 è già stato ridotto del 20 o 25% -, eliminare le macchinette dalle scuole e formati più piccoli per i bambini».

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