Non c'è più posto, corpi nei camion frigo

Seicento persone stivate in 30 metri: la fine dei topi. Su una seconda nave il caso sospetto, forse è malaria

Non c'è più posto, corpi nei camion frigo

Pozzallo (Ragusa) - Una trentina di corpi addossati l'uno sull'altro. Si infrange nella morte l'ennesimo viaggio della speranza a bordo di un natante fatiscente salpato dalle coste libiche, forse da Zuwara. Li avevano rassicurati sull'aiuto dell'Italia a una decina di ore o poco più di navigazione dalla partenza. Avrebbero «soltanto» dovuto non azzardarsi a chiedere acqua, cibo né una boccata d'aria. Sono morti asfissiati nella zona prodiera del barcone, stipati in uno spazio tanto angusto e caldo, date le alte temperature, che si è preferito non spostare i corpi fino all'arrivo al porto di Pozzallo oggi, a traino della fregata Grecale della Marina militare.
Pietosa e terrificante è la scena che si è presentata ai soccorritori che, a Sud di Lampedusa, hanno fatto salire a bordo della Grecale e della Chimera i 919 immigrati del peschereccio, 566 sulla prima e 353 sulla seconda. Pietosa e terrificante è anche, adesso, la trafila alla ricerca di un posto per le salme. Gli obitori sono pieni. Non si fa in tempo a chiudere un'inchiesta disposta dalla Procura, che consentirebbe di fare posto ai nuovi morti, che se ne accumulano di altri.
Pozzallo ha due posti, occupati dai corpi di due dei tre immigrati annegati un mese fa. Il sindaco, Luigi Ammatuna, chiese aiuto al primo cittadino di Ispica, Piero Rustico, che mise a disposizione uno dei due posti dell'obitorio. Ora si rende disponibile per l'ultimo posto rimasto.
Per i 13 immigrati annegati il 13 settembre, dopo essere stati costretti a suon di frustate dagli scafisti a gettarsi in acqua a Punta Pisciotto, arrivò un privato in soccorso al sindaco di Scicli, Franco Susino, che mise a disposizione un Iveco con cella frigorifera per alimenti deperibili. Un bel gesto, se si allontana l'immagine dei cadaveri in fila come quarti di bue per giorni. Ne passarono 18 per l'esattezza prima che si bruciò il motore della cella frigo e si dovette ricorrere ai ripari per evitare che le salme andassero a male. Presto si dovrà affrontare l'emergenza posti al cimitero. Il sindaco di Pozzallo chiede aiuto. Una salma a destra e una a manca, quando c'è un terreno messo a disposizione dal fondatore e presidente del Movimento Diritti civili, Franco Corbelli, a Torano Castello. Ereditato dalla mamma, lo dona per dare dignità nella sepoltura agli immigrati. «Ho fatto appello al presidente del Consiglio e alla presidente della Regione, la quale mi riceverà oggi - dice -. Se Renzi continuerà a non rispondere mi rivolgerò a Silvio Berlusconi, che in passato si è mostrato sensibile».
I sindaci devono fare i conti con i costi. Per le inumazioni si avvarranno di operai comunali, ma le bare hanno il loro prezzo. Ce ne sono 30 sulla banchina del porto di Pozzallo oggi, per le quali si è indetta una gara. Tutt'intorno è l'amara consapevolezza che l'estate non è che alle porte. Le bare della penultima tragedia sono costate 600 euro l'una.

Il sindaco di Scicli per le 13 vittime le fece realizzare in compensato marino a un falegname. Ci vollero 3.500 euro tra bare e riparazione della cella frigo. È una tragedia nella tragedia. Pensare ai conti, quando non si contano più i morti.

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