Cronache

I dubbi di un parente: "Non credo all'omicidio-suicidio E poi sono spariti anche i soldi"

Quando è scattato l'allarme è stato il primo ad arrivare laggiù, nella villetta alla periferia di Sannicandro: mancava l'elettricità, in casa era buio e così Donato Chimienti, fratello maggiore di Maria, s'è fatto strada utilizzando la luce fioca del display del telefono cellulare. E ha scoperto la tragedia, rivelata da macchie di sangue sul vialetto oltre il cancello. «Io alla tesi dell'omicidio-suicidio non credo, non è possibile», dice senza mezzi termini Donato, strappando un filo di voce al dolore devastante. E racconta: «Li avevo visti venerdì mattina, poche ore prima: erano le 13, erano arrivati da mia madre e stavano pranzando, poi sono andati a Bari perché Michele avrebbe dovuto sottoporsi ad alcune infiltrazioni». Nulla di grave, un problema alla spalla.

La figlia è rimasta dalla nonna. Intorno alle 15 i genitori sono tornati a prenderla e tutti insieme sono andati in villa. E da allora la sorte di questa famiglia spazzata via da una tragedia che nessuno sa spiegare è avvolta nel mistero. Gli investigatori non hanno dubbi: l'uomo ha ucciso moglie e figlia, poi ha atteso il ritorno del figlio e ha sparato ancora; quindi si è suicidato. «Ma non c'è mai stato nulla che potesse lasciar pensare a qualche problema», spiega Donato. Il quale si sofferma su alcuni lati oscuri nella ricostruzione del dramma. Uno riguarda parte dell'incasso della farmacia, circa mille euro ritirati da Claudio prima di rientrare a casa. I soldi sono scomparsi. «Avrebbe dovuto averli in tasca o nel borsone, ma non se n'è trovata traccia», racconta. L'altro dubbio è legato alla mancanza di elettricità. Quando i farmacisti sono tornati è stato utilizzato il telecomando del cancello automatico per parcheggiare l'auto nel vialetto. «Questo vuol dire che a quell'ora c'era la corrente», dice ancora Donato.

Che aggiunge: «Maria e Michele si erano conosciuti a scuola, erano stati anche compagni di università, si sono laureati insieme: erano felici».

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