Non sia soltanto un tirare a campare

L'onestà del sindaco non è in discussione, discutibile è solo la non coerenza della principale forza politica, il Pd, che lo sostiene

Non sia soltanto un tirare a campare
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«Ho le mani pulite, non mi dimetto», dice Beppe Sala in apertura del Consiglio comunale convocato in seduta straordinaria dopo lo shock dell'inchiesta sulla gestione dell'urbanistica a Milano. Condividiamo entrambe le affermazioni. Che le mani di Sala siano pulite è una certezza di chiunque l'abbia conosciuto e solo chi è accecato dalla lotta politica può sospettare il contrario; che un amministratore di qualunque genere e grado non debba dimettersi per un avviso di garanzia, per di più contenente accuse fumose, è uno dei cardini del pensiero liberale che purtroppo la sinistra fa suo solo quando gli conviene. L'onestà del sindaco quindi non è in discussione, discutibile è solo la non coerenza della principale forza politica, il Pd, che lo sostiene. E qui arriva la nota dolente della questione perché al di là delle dichiarazioni di facciata e della indubbia autorevolezza del primo cittadino è ovvio che l'onesto Sala da oggi in avanti sarà ostaggio del disonesto, politicamente parlando, suo partito e dei suoi alleati. Un indizio, addirittura una prova di questo lo si trova nelle parole pronunciate ieri da Patrizia Uguccioni, capogruppo del Pd in Consiglio comunale: «C'è l'ideologia e c'è la realtà. Dobbiamo fare in modo che si incontrino per il bene dei cittadini». Se sottomettere la realtà - cioè i bisogni reali di una grande città - all'ideologia di un partito vetero comunista diventa il programma della giunta di Milano, beh povera Milano e poveri cittadini. In questo senso Sala già aveva concesso molto, troppo secondo anche una parte non marginale dei suoi elettori. Andare oltre significherebbe tradire la vocazione della città più moderna e dinamica d'Italia. La domanda quindi è: fino a che punto il sindaco vorrà e potrà contrastare questa pericolosa deriva? Dalla risposta discende la valutazione se non sia meglio finirla qui, non per fatto giudiziario bensì politico. Nessuno dei due schieramenti, centrodestra e centrosinistra, appare pronto ad andare alle urne, ma questi sono problemi loro.

Per quello che ci riguarda il rischio di perdere una elezione è meno grave di quello che Milano passi i prossimi due anni in balia di veti e ricatti interni alla sinistra. Mi auguro che l'onestà di Sala comprenda anche la possibilità di ripensare le sue dimissioni se dovesse prendere atto che i suoi margini di azione e decisione dovessero ridursi a un tirare a campare.

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