Le Ong proprio non ci stanno a sottostare alle norme, alle leggi e ai decreti dei Paesi. O meglio, non ci stanno a rispettare la legge italiana, che è un altro discorso. Non si capisce per quale motivo, infatti, dal loro punto di vista l'ingresso in Italia dev'essere consentito a tutti, sempre e comunque. Vivono e agiscono nella convinzione di poter operare al di sopra della sovranità nazionale italiana. Certo, la colpa in parte è dei governi di sinistra che si sono alternati negli ultimi 11 anni, quasi senza soluzione di continuità, e che hanno dato agio di credere che l'Italia è un Paese senza controlli. Ma con l'insediamento del nuovo governo, anche per le Ong, la musica è cambiata.
Le Ong comunque ci provano a imporsi sulla legge dello Stato, come dimostra l'ultima mossa dell'organizzazione francese Msf, che ha presentato un ricorso contro il decreto interministeriale del governo italiano, notificato alla Geo Barents lo scorso 5 novembre. L'Ong ha deciso di avanzare ricorso contro l'atto firmato da Matteo Piantedosi, Matteo Salvini e Guido Crosetto, col quale il governo italiano ha deciso di aprire il porto di Catania alla Geo Barents e a Humanity 1 solo per il tempo necessario utile per sbarcare tutti i migranti vulnerabili. "Non staremo in silenzio di fronte agli abusi ed alle misure illegittime che sono state perpetrate", ha dichiarato Msf. Entrambe le ong, nei giorni in cui l'Italia negava lo sbarco, avevano avanzato l'ipotesi di rivolgersi al Tar del Lazio e avevano già fatto ricorso presso il tribunale Civile di Catania per chiedere lo sbarco dei migranti rimasti a bordo.
L'Ong si dice decisa a denunciare "la selezione illegittima e discriminatoria dei sopravvissuti, consentendo lo sbarco solo a quelli ritenuti 'vulnerabili', in violazione del diritto internazionale sul soccorso in mare".
La presa di posizione di Msf ignora completamente quanto detto nei giorni scorsi dall'Unione europea, che ha sostanzialmente ha dato ragione all'Italia, sia per quanto concerne la necessità di trovare un'intesa a livello di Stati ma anche perché, a questo punto, è doverosa una riforma delle norme che regolano le navi delle ong, con nuove linee guida che aumentino l'interazione tra Paese di sbarco e Paese di bandiera. Un concetto sul quale l'Italia ha battuto a lungo nelle scorse settimane, contro il quale le Ong si oppongono ma che anche per l'Europa risulta essere pressante.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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