Ricchi premi per tutti loro, dei veri fenomeni dell'«obiettivo raggiunto», tutti Mandrake del public management e perciò ricompensati a fine (di ogni) anno con una gratifica in migliaia di euro. Le casse regionali languono, gli sprechi abbondano, il malaffare imperversa, ma loro, i dirigenti delle Regioni, a giudicare dalle valutazioni annuali, hanno performance da cantone svizzero, da Baden-Württemberg, ai massimi livelli. Cascasse il mondo (o anche solo la Regione) si pappano il premio produzione, perché loro sono la casta eterna, a prescindere dai cambi politici e dai risultati.
Prendiamo il Lazio, un buco con gli assessori intorno. Il deficit della sanità laziale è una voragine di un miliardo di euro l'anno, ma i dirigenti laziali si gratificano col premio di risultato. I numeri pubblicati dalla Regione, relativi al 2010, sono la fotografia di un team di fuoriclasse. I dirigenti che non hanno centrato gli obiettivi sono soltanto il 2%, i capi dipartimento ancora meglio: il 100%, nessuno escluso, ha fatto il suo miracolo. Il premio va dai 15mila ai 20mila euro, oltre lo stipendio annuale che in media è di 90mila euro ma spesso supera i 150mila e in alcuni casi i 200mila.
Straordinari anche i dirigenti e funzionari della Regione Toscana. Che altro dire, se non evviva e complimenti, ai 136 dirigenti (su 137!) che hanno ottenuto il premio risultato nel 2012, e ai 2.376 funzionari (su 2.387, cioè solo 11 non eccelsi) che hanno fatto altrettanto bene? Per loro la Regione ha messo via 13 milioni di euro, tradotti in premi individuali che arrivano a 35mila euro, oltre lo stipendio.
Dal decreto del 2009 (legge Brunetta), che ha introdotto le «pagelle» per la pubblica amministrazione, ci si aspettava una selezione di bravi, meno bravi e insufficienti, e quindi anche un risparmio sui premi. Invece, miracolosamente, tutti sono rimasti bravissimi, anche a detta degli «Oiv», gli «Organismi indipendenti di valutazione» istituiti presso le Regioni.
I tre esperti che formano l'Oiv in Abruzzo (18mila euro di compenso a testa), non sembrano aver avuto molti dubbi sui talenti dei dirigenti regionali abruzzesi, promossi in massa al «premio di risultato» (in media 16mila euro). Tra i circa 100 dirigenti regionali abruzzesi, si fatica a trovarne uno che non abbia, dopo le voci «Retribuzione Tabellare» e «Retribuzione Posizione» anche la «Retribuzione Risultato», cioè il premio, a cui viene apposto un asterisco che spiega: «La retribuzione di risultato non è riportata per coloro che non erano Direttori o Dirigenti nell'anno 2010», e non perché non la meritassero. Il sindacato è andato all'attacco della Regione, facendo infuriare il governatore Chiodi che ha parlato di falsificazione della realtà: «I cittadini abruzzesi pagano a suon di tasse l'appianamento del debito regionale - ha tuonato la Cgil pescarese - mentre i dirigenti hanno goduto, nell'ultimo triennio, di un incremento dei premi di risultato pari al 66,6 per cento».
Il sistema di valutazione in Regione Emilia Romagna prevederebbe quattro fasce di merito: A (100% del premio), B (80%), C (60%), D (40%) ed E (nessun premio). Ma anche qui la bravura dei dirigenti regionali lascia senza parole. Su 170, in 112 hanno avuto il voto massimo, mentre 58 si sono dovuti accontentare del secondo premio. In altre parole, nessun dirigente è finito nelle fasce basse, giammai nell'ultima, quella che non comporta premi. E così, nel 2012, come peraltro nel 2011, i dirigenti regionali dell'Emilia Romagna si sono spartiti un assegno di 2.273.127 euro in «gratifiche». In media 10mila euro in più, a testa (ma d'ora in poi verranno tagliati del 15% e riformato il sistema, promette la giunta).
Anche in Molise si festeggiano le mirabili capacità dei dirigenti regionali. A luglio la direzione generale ha comunicato al personale l'intenzione di procedere, salvo controindicazioni, con l'«erogazione indennità di risultato dirigenza anno 2011». Piccolo dettaglio: il numero dei dirigenti premiati coincide con quello dei dirigenti. Secondo dettaglio, tra i dirigenti premiati, con 13.099 euro, ci sarebbe anche Elvio Carugno, che ha tutte le carte in regola se non fosse che è in galera - come raccontato da Gian Antonio Stella sul Corriere - tra l'altro da mesi, tra l'altro per peculato.
Mentre a settembre, i 69 dirigenti della Regione Umbria hanno trovato una gradita sorpresa in busta paga. Una voce di 15mila euro (media) a testa, come premio produzione. Diversamente fa il Veneto, dove sono state tagliate le gratifiche alla «casta dei burocrati». Ma solo lì.
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