Dopo le rimostranze dei giornalisti Rai vicini al sindacato, e il pressing degli altri partiti, al grillino Fico, che ricopre un ruolo di garanzia come presidente della commissione bicamerale di Vigilanza della Rai, tocca dissociarsi due volte dal suo leader Grillo nel giro di tre minuti. Prima, sull'evasione del canone Rai, che Grillo ha detto di non aver pagato, ma che il deputato M5S non può avallare: «Il canone va pagato». Poi, e soprattutto, Fico prende le distanze dai processi sommari sul web che Grillo si appresta a lanciare dal blog, «sputi digitali» con gogne di un anno e pena conclusiva (al momento virtuale) innanzitutto per i giornalisti che scrivono cose sgradite dal Movimento. Un'iniziativa da cui Fico si smarca, intervistato da Mix24 su Radio24: «Io sono fermamente convinto che lo Stato si fonda sulla divisione dei poteri, gli unici a fare i processi sono i magistrati dal punto di vista giudiziario e i cittadini lo fanno dal punto di vista politico mandando a casa la vecchia classe dirigente, questo è tutto». Una smentita inevitabile e imbarazzata, che prova quanto sia difficile fare i grillini di lotta ma anche di governo.
Al comico, invece, che non ha ruoli formali nel movimento, spetta il ruolo più comodo di battitore libero e di mattatore in piazza, mestiere in cui è maestro. Da esperto di audience, e dei trucchi per farlo aumentare ad arte (a Sanremo diceva che andava, poi smentiva, poi ricambiava idea per creare suspense...), Grillo diffonde in modo ossessivo il mantra «Siamo il primo partito», «Siamo al 60%», «Vinciamo noi», ecc, cercando l'effetto, noto agli studiosi, del band wagon, cioè voto chi credo che vinca (o chi mi ha convinto che vincerà), per conquistare fette di indecisi o non votanti (che sono il vero primo partito in Italia). Così sul sito di Casaleggio si martella con «notizie» (con l'irritante trucco del «clicca qui se vuoi saperne di più» per far aumentare i click sul sito) su sondaggi riservati che darebbero il M5S in alto ecc. Il resto lo fa Grillo, nei comizi o nei videoclip. Prega tutti i grillini d'Italia di riunirsi a Roma oggi: «C'è un flusso di affetto straordinario, facciamo una festa straordinaria, le nostre parole guerriere torneranno sulla Piazza di San Giovanni e sarà un abbraccio di milioni di persone». Il botto finale da far uscire sui giornali e tv (che a Grillo mette alla gogna ma che gli fanno sempre tre quarti della campagna elettorale) per convincere gli indecisi a buttarsi sui Cinque Stelle. «Siamo i populisti, benissimo, siamo quelli che per ricostruire dobbiamo mandarli via tutti, quindi pulizia generale. E poi vinciamo». In serata a Milano, Grillo ha ribadito che rispedirà «tutti a casa» senza «violenza» o «vendette»: «Saremo cattivissimi ma noi li abbracceremo e li sbaciucchieremo mandandoli affanculo».
Intanto si scopre l'autore di alcuni punti «economici» del programma M5S per le Europee. Un Nobel, come Stiglitz che poi smenti? Un economista? Un esperto di diritto comunitario? No, è Sergio Di Cori Modigliani, che con la prefazione di Grillo e Casaleggio, uscirà con un libro che riprende lo slogan elettorale «Vinciamo». Ecco come si presenta: scrittore, giornalista, fotografo e pittore. Ha pubblicato diversi romanzi, racconti erotici. Come artista visivo ha lavorato per diversi anni per le riviste glamour (Playboy, Penthouse) come fotografo fino a metà degli anni '80.
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