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Offensiva Pdl: "Se il ministro non ce la fa, lasci"

Il partito si scaglia contro il ministro: "Ora Letta prenda in mano l'Economia"

Offensiva Pdl: "Se il ministro non ce la fa, lasci"

Roma - All'attacco. All'attacco di Fabrizio Saccomanni, all'attacco del Pd, all'attacco del governo Letta. Il Pdl non vuole il danno della caduta del governo e la beffa di vedersene attribuire la colpa. E se la prende in particolare con il ministro dell'Economia, che in un'intervista al Corriere minaccia le dimissioni se non si tornerà al rigore finanziario. E se qualcuno come Renato Brunetta crede che la sparata di Saccomanni sia un ballon d'assai, molti altri nel centrodestra quasi non vedono l'ora.
Tra le più dure naturalmente c'è Daniela Santanchè. «Il modello del governo Monti che si basava sul ricatto prosegue con il governo Letta, e Saccomanni ne è la dimostrazione con le sue minacce di dimettersi. Le dimissioni non si minacciano ma si danno». E la «pitonessa» del Pdl non è affatto contraria all'ipotesi: «Saccomanni vuole dimettersi? Lo faccia immediatamente, nella certezza che Forza Italia non cambia e non cambierà idea: non parteciperemo più a una coalizione il cui governo vuole aumentare le tasse agli italiani». Appena più soft Altero Mattoli: «Se Saccomanni non condivide, come sembra, la scelta di non aumentare di un punto l'Iva e forse anche di cancellare l'Imu sulla prima casa, ha il diritto di lasciare ma non di minacciare le dimissioni per far passare la sua idea». Quindi l'invito: «Il presidente Letta prenda in mano con energia il timone della politica economica».
Tutto il Pdl freme. Fabrizio Cicchitto accusa Saccomanni di voler «diventare da ministro tecnico dell'Economia il vero presidente del Consiglio, surrogando Letta». Maurizio Gasparri gli dà praticamente il benservito: «Saccomanni fa fatica a gestire una situazione economica complessa che richiede ben altro spirito di iniziativa e maggiore capacità di visione. Penso da tempo che altre scelte per il ministero sarebbero migliori. A partire da una diretta responsabilità di Letta in materia economica». Maurizio Bianconi addirittura esulta: «Saccomani è pronto a lasciare? Ottima notizia. Che se ne vada e alla svelta. Chiunque tenti di trattenerlo è nemico dell'Italia e amico della Merkel». Per la verità un po' ci prova, come detto, Renato Brunetta, che parla delle minacce di Saccomanni come di «un artificio retorico» e taglia corto: «Siamo tutti con Letta, con il governo e con Saccomanni per far sì che l'Iva non aumenti e per cancellare anche la seconda rata dell'Imu». C'è profumo di tanto peggio tanto meglio. E il Pdl scalpita. Sandro Bondi la vede così: «In questo paese in cui domina l'ipocrisia nessuno ha il coraggio di dire apertamente che il governo Letta è considerato da tutti, in primo luogo dal Pd, un governo provvisorio» e quindi inefficace e inutile. Anche per Cicchitto la crisi è vicina, ma è il Pd «che sta letteralmente esplodendo e da Renzi a Fassina si punta quasi esplicitamente alla crisi».
C'è però anche qualcuno che vuole ancora provarci. Brunetta rassicura gli italiani ospite a In 1/2 ora di Lucia Annunziata su Rai3: «L'Iva non aumenterà, per tutto l'anno non ci sarà nessun aumento dell'Iva così come non ci sarà la seconda rata dell'Imu». Poi un messaggio a Fassina, che aveva accusato il Pdl di fare «chiacchiere» senza proposte concrete: «Al viceministro comunista del Pd rispondiamo con le proposte di copertura per un totale di 10,5 miliardi, che abbiamo già consegnato a Letta mercoledì». Mantiene la barra a dritta anche Mariastella Gelmini: «Anche noi vogliamo rispettare i parametri europei e siamo convinti che si possa e si debba rimanere entro il 3 per cento», ma con «una discussione pacata per trovare insieme soluzioni alternative» all'aumento dell'Iva.

Una buona volontà che è sempre più una voce nel deserto.

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