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“Oggi esportiamo l’antimafia”. Meloni rilancia il piano del governo contro la mafia

Le legalità al centro dell'opera di governo: questo ha ribadito Giorgia Meloni durante l'incontro alla direzione nazionale antimafia, sottolineando che governo e procure sono schierate dalla stessa parte

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Fin dal suo insediamento a Palazzo Chigi, Giorgia Meloni ha messo la legalità al centro del suo programma di governo. Una posizione ferma, quella del premier, che viene ribadita giorno dopo giorno con la lotta alla malavita e alla criminalità organizzata. "Oggi l'Italia è una realtà presa come punto di riferimento internazionale, tanti anni fa eravamo conosciuti perché esportavamo la mafia oggi perché esportiamo l'antimafia", ha detto, secondo quanto si apprende, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel corso della sua visita alla direzione nazionale antimafia.

La battaglia non è ancora finita ma le istituzioni ci sono e con strumenti sempre più sofisticati per il contrasto al crimine. "Abbiamo un nemico estremamente mutevole questo richiede una continua messa in discussione e continuare a parlarci", ha detto ancora il premier ma "la lotta alla mafia e al terrorismo sono capisaldi di questo governo". In questo scenario si inserisce anche la lotta sul territorio contro la criminalità, con l'obiettivo di eliminare le zone franche purtroppo presenti. Sono numerose, sparse in quasi tutte le regioni, e il progetto pilota del governo è partito da Caivano, che "deve diventare uno dei grandi progetti di continuità di questo governo. È evidente che in Italia esistono delle zone franche ma bisogna dimostrare che si può invertire la direzione".

Le operazioni "Alto impatto" sono diventate uno strumento potente sul territorio per contrastare la criminalità, anche a scopo di deterrenza. Il progetto sta funzionando, anche se la strada da percorrere è ancora molto lunga e non così semplice. Un altro strumento nelle mani del governo sono i sequestri alle cosche, perché "quello dei beni confiscati è un segnale potentissimo dello Stato che riesce a vincere". E rivolgendosi ai procuratori, figura fondamentale della lotta alla criminalità organizzata, ha detto: "Tutto quello che ritenete si possa fare, sono e siamo disponibili a farlo".

E sempre nel suo dialogo con loro, ci ha tenuto a sottolineare che il governo lavora ed è dalla stessa parte delle procure: "Quando anche non fossimo d'accordo questo non diventi uno scontro tra poteri perché non è così, non vuol dire che non lavoriamo per lo stesso risultato se anche abbiamo punti di vista diversi.

Non siamo utili se non ci diciamo quello che pensiamo, lavoriamo per lo stesso datore di lavoro e contro lo stesso avversario".

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