Milano Le dimissioni di Monti? «Un alibi», taglia corto Mario Spreafico, direttore investimenti di Schroders, ricordando come negli ultimi sei mesi i titoli di Stato italiani, i nostri Btp, abbiano registrato un'ottima performance, e quindi «gli operatori hanno approfittato del passo indietro del premier per realizzare i guadagni sui bond governativi». Tant'è vero che ieri non c'è stata la solita corsa al Bund tedesco, il rendimento è salito leggermente.
E, a ben guardare, non c'è stata nessuna grande casa d'affari che abbia imputato al ritorno in campo di Silvio Berlusconi l'innalzamento dei rendimenti dei Btp o il calo del 2,2% di Piazza Affari. Come Mario Monti e qualche suo aficionado hanno voluto far credere. «È uno spettacolo indecente - aggiunge Spreafico riferendosi all'allarme-Borsa rilanciato dai media - perché non si guarda alla realtà dei numeri ma a quello che sembra sia il desiderio del mercato: un governo di banchieri. Le elezioni ci sarebbero state comunque».
I numeri, infatti, raccontano una storia molto diversa. In primo luogo, sottolinea Corrado Caironi (ex BlackRock e investment strategist di R&CA), «nel 2012 il mercato azionario italiano non è andato bene perché da gennaio ha guadagnato meno del 2%, mentre il Belgio è salito del 37% e la Germania del 22». Che cosa significa? «La ripresa non è stata agganciata e alcune questioni sono rimaste irrisolte come il taglio della spesa pubblica, le liberalizzazioni e le politiche per lo sviluppo e la crescita». I pessimisti nel medio termine dovrebbero aver torto. «Nonostante tutto - conclude Caironi - penso che nel 2013 ci dovrebbero essere buone opportunità in Borsa per il settore finanziario e per quello tecnologico».
Da non trascurare, infine, il fattore statistico. Daniele Antonucci di Morgan Stanley ha ricordato che «in Italia quando un governo rassegna le dimissioni, il rendimento dei titoli di Stato sale dello 0,25% e la Borsa generalmente perde il 5%, gli impatti negativi si riassorbono con la formazione del nuovo esecutivo e poi a Monti non restava molto da fare». Il vero problema, osserva l'analista, sono i fondamentali che mettono a rischio anche il raggiungimento degli obiettivi di bilancio: il Pil quest'anno calerà oltre il 2% e nel 2013 dovrebbe scendere di un altro 1,2. «Il prossimo governo - conclude citando l'Fmi - dovrebbe spostare le tasse da quelle dirette a quelle indirette e rimodulare la spesa pubblica favorendo gli investimenti».
I consigli per gli acquisti, invece, li fornisce Royal Bank of Scotland. L'analista Alberto Gallo ha evidenziato come in questa fase sia meglio puntare sulle obbligazioni delle banche italiane «perché potranno sempre contare sulla liquidità fornita dalla Bce». Una nuova fase di austerity in caso di instabilità politica, invece potrebbe generare un peggioramento della recessione.
In conclusione, non c'è nessuna tragedia greca da metter in scena senza il Professore.
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