Ora che il prezzo della benzina ha sfondato il muro dei 2 euro, e il gasolio segue a ruota, i carburanti sono ormai entrati di fatto nella lista dei beni a rischio contrabbando. Esattamente come sigarette, alcolici, armi e droga. I preziosissimi liquidi sono nel giro d'affari delle organizzazioni criminali, e i depositi clandestini scoperti in Sicilia e in Campania lo confermano. Il gasolio è il combustibile che più si presta a contrabbando e frodi, poiché è distribuito a vari livelli, con carichi fiscali differenti. Se quello per l'autotrazione è il più caro, esistono anche quelli per uso agricolo o per il riscaldamento, con tassazioni meno pesanti. Ed è proprio da questi canali che i distributori illegali attingono, proponendo poi il pieno a circa 1,1 euro al litro. Importi che ci riportano al non lontano 2005. Ma le quotazioni alle stelle non spingono solo i professionisti a cimentarsi in tentativi illegali di autoriduzione dei prezzi, sono ormai numerosi anche i tentativi di insospettabili cittadini che si organizzano per dare un taglio a quella che è diventata la quota più incontrollabile della spesa mensile. Cambiano i quantitativi e i metodi, ma i canali restano sostanzialmente gli stessi. Chi riesce punta al gasolio più conveniente, quello agricolo, che ha un prezzo prossimo all'euro al litro. La sua distribuzione è controllata e riservata in quantità ben definite in base alle macchine usate da un'azienda, ma con qualche amicizia compiacente il gioco non è impossibile. La seconda scorciatoia prevede il rifornimento con il gasolio per il riscaldamento, attualmente quotato sotto 1,5 euro. In entrambi i casi l'uso improprio è considerato evasione fiscale, ma si può anche aggiungere un rischio meccanico, con possibili danneggiamenti per i motori diesel di ultima generazione, più sofisticati di quelli prodotti fino agli anni Ottanta. Le auto diesel si prestano poi a soluzioni fantasiose, che arrivano ad aggirare le quotazioni del barile di greggio, con «biocarburanti» casalinghi. I motori digeriscono di tutto, anche l'olio di colza o di semi acquistati nei supermercati. Basta miscelarli al gasolio in varie percentuali, fino a circa il 50 per cento. Le meccaniche meno recenti digeriscono questi cocktail, mentre non è il caso di fare esperimenti con le auto più attuali. Ma l'ostacolo maggiore è rappresentato ancora una volta dal mancato pagamento delle accise. C'è poi un'ultima frontiera, che va addirittura oltre, per ottenere il risparmio più estremo. Invece di acquistare confezioni di olio nuovo, si recupera quello esausto di scarto della frittura usato da ristoranti e fast food. Si prende a costo zero e deve essere filtrato prima di essere versato nel serbatoio. Ma i rischi non cambiano. Ch viaggia a benzina e vuole risparmiare può consultare il sito www.
prezzibenzina.it, uno strumento che consente di identificare la pompa più conveniente nella zona in cui ci si trova. Il risparmio può essere nell'ordine dei 15/20 centesimi al litro, circa 10 euro per un pieno a una vettura media.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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