Cronache

Ora anche la Disney stupisce i bambini: le mamme sono due

Il colosso politicamente corretto sdogana una coppia gay. La loro difesa: "Affrontiamo tutti i temi più importanti"

Ora anche la Disney stupisce i bambini: le mamme sono due

C'è Amy che dice di aver conosciuto la mamma della piccola Taylor: «Si chiama Susan». Anche Bob sostiene di conoscere la mamma di Taylor: «Ma si chiama Cheryl!». Scoppia la lite in famiglia, fino a quando non suona il campanello della porta: dietro ci sono Susan e Cheryl. Le mamme di Taylor. Immaginiamo la scena e pensiamo a un telefilm: magari che si chiami Buona fortuna, Charlie può non signicare molto, il problema vero è che trattasi di telefilm per ragazzi. E soprattutto che va in onda sul canale della Disney. Ecco: due mamme lesbiche in un telefilm per famiglie, un cocktail esplosivo e che naturalmente è appunto esploso nelle associazioni genitori (non solo) americane. Scandalo: la Disney?! Sì, la Disney, perché se è vero che l'argomento è all'ordine del giorno (d'oggi), il fatto è che di mezzo c'è la creatura di Walt, l'uomo che da tempo gode la fama di avere avuto un lato oscuro e neanche tanto nascosto. Poiché infatti del papà di Topolino si sa ormai che non fosse proprio l'uomo più buono del mondo: praticamente un raccontafavole che - da chi lo ha conosciuto davvero - veniva descritto come un po' razzista, filonazista, massone e soprattutto misogino (ad esempio per lui le donne in azienda potevano solo colorare, ma disegnare giammai). E che soprattutto avrebbe lasciato dietro di sè e anche dopo una lunga fila di messaggi subliminali: frammenti di immagini, murales nei parchi divertimento, allusioni. Cose che riguardano sesso e droga spolverate nei buoni sentimenti dei personaggi più amati dai bambini di ogni generazione. Il Re Leone, tanto per dirne uno, siederebbe sotto una coltre di stelle condito da nuvole di polvere in movimento che, ad un certo punto, sembrano formare la parola «SEX». Così come la Sirenetta nasconderebbe nella trama della pellicola un simbolo fallico confuso tra le guglie del suo castello. Insomma: davvero? Possibile, ma chissà se probabile.

Così in pratica due mamme lesbiche in un telefilm per ragazzi non sarebbero alla fine poi tanto scandalose, se non ci fosse appunto il nome della Disney, associata da tutti i genitori del pianeta al politicamente corretto. In realtà, è chiaro, è il mondo che cambia e il business si adegua con lui, anche quando per fare affari ci si rivolge a minori di anni 18. E del resto - sostengono i resposabili della tv - il fatto in questione viene trattato in maniera delicata e non è neppure una parte portante della trama. Però, del resto, chi si scandalizza dice che l'azienda non è poi così immune da fatti del genere, basta vedere la fine che hanno fatto alcuni dei suoi artisti più famosi, quelli nati come idoli da telefilm per teenager e poi diventati star delle cronache del gossip più becero. I nomi? Britney Spears, Lindsay Lohan, Zac Efron e, buon ultimo, Justin Bieber. Per non parlare di Miley Cyrus, l'Hannah Montana amata da milioni di ragazzini del globo e trasformatasi in bomba sexy con il suo twerking sfoderato sul palco degli Mtv Award, la mossa non proprio da galateo in cui ha sfoderato (e strofinato) il suo lato B, non inteso come parte di un disco. E allora è logico che Buona fortuna, Charlie sia solo una conseguenza e non un episodio, e che in fondo la Disney non sia poi il Paese della meraviglie che tutti sognano ma lo specchio di una realtà dei fatti. Disney Channel ha spiegato di aver deciso di mandare in onda la scena «dopo una serie di consultazioni con esperti dello sviluppo nel bambino e assistenti sociali. La nostra programmazione si occupa di affrontare temi importanti per tutte le famiglie del mondo e di riflettere le questioni relative alle diversità e all'integrazione». E quindi bando alle malignità, dunque, macché messaggi sublinali: Disney ha fatto tutto alla luce del sole, almeno questa volta. Per la gioia, tra l'altro, proprio di Miley Cyrus che ha twittato felice con tanto di cuoricini: «Raccomando a Disney di fare questo passo alla luce di questa generazione. Controlla così tanto il pensiero dei ragazzi...».

Ecco, appunto.

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