Ora anche Prodi frigna: "Il governo vuole prendersi tutto"

L'ex presidente del Consiglio si unisce al coro stonato dei soliti ritornelli della sinistra. E sminuisce la vittoria del centrodestra: "Sa governare bene la paura"

Ora anche Prodi frigna: "Il governo vuole prendersi tutto"
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Da tempo l'Italia assiste a una sinistra che si prodiga in tesi folli e invettive contro il centrodestra, dipinto come se fosse un mostro da cui gli italiani dovrebbero prendere le distanze. E invece da circa un anno le urne - a livello nazionale e locale - sorridono alla coalizione che attualmente guida il nostro Paese. Eppure c'è chi - come Romano Prodi - non ha ancora digerito la disfatta elettorale e non solo ha avvertito la necessità di ripetere le solite teorie sul centrodestra, ma ha anche trovato un modo per sminuire le vittorie della coalizione alle varie elezioni.

Prodi si scaglia contro il governo

L'ex presidente del Consiglio, intervistato da La Stampa, ha messo nel mirino il governo guidato da Giorgia Meloni che a suo giudizio "punta a prendersi tutto". E ha utilizzato una singola parola, ben precisa e definita, per riassumere la deriva che sta osservando: "Autoritarismo". Denunciando così il timore che in tal modo si possa finire per cambiare "la natura del Paese". A memoria negli ultimi anni non aveva sentito il bisogno di esprimersi in maniera così sferzante, mentre ora evidentemente non ce l'ha fatta a trattenere la sfuriata.

Non poteva ovviamente mancare la lezioncina anche sulla Rai, dopo che la sinistra si è affrettata a dipingere come martiri Fabio Fazio e Lucia Annunziata in seguito ai loro addii. Il fronte rosso sbraita e urla come se ci fosse un attentato alla democrazia. A frignare adesso è pure Prodi, convinto che siamo di fronte a un cambiamento radicale: "Si tratta dell'azzeramento totale e dell'innesto solo di persone di stretta fiducia. Oggi vi è un monopolio assoluto. Il pluralismo, se ci sarà, non potrà che essere confinato su reti con minore ascolto".

Tra gli argomenti su cui Prodi ha bacchettato l'esecutivo vi è anche quello dell'Emilia-Romagna, messa a durissima prova in seguito al forte alluvione che ha colpito molte zone. A suo modo di vedere è una vicenda "incomprensibile": ha colto al balzo l'occasione per schierarsi a favore della nomina di Stefano Bonaccini, "che gode di una incontestata fiducia", come commissario. Ma il governo è stato chiaro: prima di pensare alla fase della ricostruzione bisogna trovare i soldi. Solamente dopo ci si occuperà di scegliere sia il profilo più adatto per spenderli sia le procedure da migliorare per dare risposte immediate.

La folle tesi sul centrodestra

Nell'intervista Prodi si è impegnato e alla fine è riuscito a trovare un espediente per ridimensionare l'ottimo momento che sta attraversando il centrodestra. La coalizione di Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia sta vincendo quasi ovunque per merito? No, guai a pensarci. I successi del centrodestra non sono mai sacrosanti, al limite sono arrivati per demeriti della sinistra. Che continua a rosicare e a non darsi pace per le disfatte che sta collezionando.

Nel fronte rosso in molti chiudono gli occhi e portano avanti un esercizio per autoconvincersi che la vittoria del centrodestra alle elezioni amministrative si possa spiegare semplicemente con l'aria che tira, come se fosse un caso e un momento passeggero.

"C'è un sentimento che sta guidando le opinioni pubbliche in tutto il mondo. La paura. Per la guerra. Per i migranti", ha affermato Prodi. Secondo cui la destra "ha sempre saputo governare bene e meglio di altri, questi sentimenti". È sempre la solita sinistra.

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