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Ecco perché Lucia Annunziata non è una martire della Rai

Se la sinistra ha davvero bisogno di costruire i propri martiri, allora è il caso che si facciano qualche domanda: il caso Annunziata che non è davvero un caso

Ecco perché Lucia Annunziata non è una martire della Rai

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Parafrasando l'opera teatrale "Vita di Galileo" di Bertold Brecht, davanti al terremoto in Rai generato dai sinistri (per citare Chiara Francini) verrebbe da dire che è sventurata la politica che ha bisogno di martiri. L'opposizione non si raccapezza di aver perso le elezioni, proprio non riesce ad accettare il risultato democratico del voto che ha visto trionfare, non semplicemente vincere, la coalizione di centrodestra. Per questo motivo sbraita e urla all'attacco alla democrazia, quando l'attuale corpo dirigente fa quello che loro per anni hanno liberamente fatto nel silenzio generale. A Lucia Annunziata, per esempio, è sempre andato bene i governi spartissero le poltrone della Rai, finché a farlo erano i suoi "amici" di sinistra.

Il cambio di governo, l'arrivo di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi e la voglia di questo esecutivo di provare a modificare la rotta rispetto a quella imposta dai precedenti governi, ha generato uno scombussolamento importante in chi per anni è stato abituato a lavorare nella propria comfort zone. O forse no. O meglio, sembra che questo sia stato semplicemente un pretesto per alcuni per liberarsi della Rai e intraprendere altre strade, magari più remunerative e meno soggette ai paletti che, volenti o nolenti, ci sono nella tv di Stato. Sbattendo la porta, con una lettera che puzza di volontà di trasformarsi in martire dei radical chic, la giornalista ha dichiarato: "non condivido nulla dell'operato dell'attuale governo, nè sui contenuti, nè sui metodi. In particolare non condivido le modalità dell'intervento sulla Rai".

Davanti a queste parole verrebbe da chiedersi qual è l'idea di giornalismo che ha sempre mosso Lucia Annunziata, perché anche chi svolge un altro lavoro, come per esempio Fiorello, le ha fatto notare l'assurdità di queste parole. "C'è il governo di destra e quelli di destra mettono quelli di destra, c'è un governo di sinistra e quelli di sinistra mettono i loro di sinistra, è sempre stato così... Ognuno fa il suo orticello", ha spiegato lo showman, esponendo l'ovvio. Poi, la stoccata alla giornalista: "Annunziata, se non condividi niente di questo governo, allora dovevi rimanere per lottare dall'interno. Se te ne vai, te ne sei andata. Che poi tutto questo andare via, bisogna capire da dove arriva".

Ecco, da dove arriva? Lo scorso marzo, ospite della kermesse "Libri Come" di Roma, la giornalista ha spiegato di non essere mai stata assunta dalla Rai, di non aver pertanto mai avuto un contratto che la legasse a questa azienda. E poi, come molti malignano, tra un anno si vota per il rinnovo del Parlamento europeo e tra poco i partiti devono chiudere le liste di presentazione. I tempi per Lucia Annunziata sembrano essere maturi, anche perché il suo programma settimanale su Rai3 è sempre stato un po' la camera protetta della sinistra e poteva continuare a esserlo, visto che il suo contratto era stato rinnovato. Un po' come continuerà a fare Bianca Berlinguer con il suo Cartabianca. Ma, evidentemente, Lucia Annunziata ha già altri progetti. Gli italiani se ne faranno una ragione.

E la sinistra si faccia qualche domanda sulla sua esistenza se ha bisogno di costruire dei martiri per avvalorare la sua presenza.

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