Ora Angela fa i complimenti al Prof E c’è l’intesa sul piano salva-Grecia

Ora Angela fa i complimenti al Prof E c’è l’intesa sul piano salva-Grecia

RomaPer ora incassa solo la Merkel ma la cancelliera comincia a cedere. Monti, a Bruxelles per l’Eurogruppo e il Consiglio europeo, continua a far pressioni su Berlino su due fronti: una maggiore attenzione alla crescita dell’eurozona e il rafforzamento dei cosiddetti firewalls, strumenti per evitare il contagio della speculazione finanziaria sui debiti sovrani.
Due temi che vedono la Germania refrattaria perché convinta che se tutt’Europa avesse i conti a posto come li hanno loro, gli speculatori non troverebbe terreno fertile. Monti cerca invece di far capire alla cancelliera, spalleggiato dalle istituzioni Ue e da quasi tutti gli altri Stati membri, che di solo rigore si può morire. Non solo: la tesi del professore è che una maggiore dotazione del fondo salva stati scoraggerebbe di per sé gli attacchi speculativi, così da non rendere mai effettivi gli esborsi. Tra Monti e Merkel, a Bruxelles, ieri c’è stato il faccia a faccia che avrebbe dovuto tenersi a Roma dieci giorni fa ma che è saltato all’ultimo minuto a causa dello scandalo che ha colpito il presidente della Repubblica tedesca Wulff, poi dimissionario. Il bilaterale andato in scena ieri, poco prima dell’inizio del Consiglio europeo, è durato una ventina di minuti ed è stato particolarmente «cordiale». La Merkel si sarebbe complimentata con il premier italiano per l’andamento dello spread, sceso ieri sotto i 310 punti nei confronti del bund tedesco, e quindi del calo dei tassi sotto il 5%. Dal canto suo, il professore si è invece congratulato con la cancelliera per l’approvazione finale del fiscal compact, nuove regole sui bilanci pubblici, fortissimamente volute da Berlino.
Sul tavolo anche l’aumento delle risorse da destinare al cosiddetto firewall per contrastare il contagio della crisi del debito sovrano. La cancelliera, che fino a ieri s’è detta contraria a scucire un solo euro in più per sostenere in Paesi in difficoltà, starebbe però per cedere. A confermarlo anche indiscrezioni della stampa tedesca, posto che ieri la Sueddeutsche Zeitung titolava «Angela Merkel ci ripensa». In pratica si dava per imminente la disponibilità di Berlino a potenziare l’Esm, fondo permanente dell’Eurozona, dagli attuali 500 miliardi fino a 750 miliardi di euro. «Non riusciremo a resistere a lungo a questa pressione», avrebbe confermato la Merkel che dovrebbe versare 22 miliardi di euro in conto capitale e fornire garanzie per circa 280 miliardi di euro. Attenzione, però: l’eventuale semaforo verde alla discussione ufficiale arriverebbe a fine marzo e non prima. Ma dall’entourage di Monti si sottolinea che l’argomento non era all’ordine del giorno ufficiale. In compenso Berlino incasserà oggi il fiscal compact, ossia la firma sul patto di bilancio europeo che impone agli eurostati regole severe sui propri conti pubblici. Ma anche su questo c’è una grana non da poco: l’Irlanda ha infatti annunciato un referendum per la ratifica del patto e se la popolazione dovesse bocciarlo sarebbe un duro colpo per le istituzioni europee, già in deficit di fiducia.
Sul capitolo Grecia, invece, Monti s’è detto ottimista: «Sono stati presi impegni per le azioni prioritarie e si verificherà la prossima settimana l’avanzamento del Psi (Private Sector Involvement, relativamente al debito greco, ndr) e così il dossier dovrebbe concludersi positivamente». In sostanza, il piano di aiuti alla Grecia per evitarne il fallimento prevede che chi detiene titoli greci si ritroverà una riduzione del 53,5% del valore, ma almeno non carta straccia.


Poi, in serata, gli Stati membri hanno dedicato qualche ora alla valutazione della Serbia, candidata a entrare a far parte della Ue. E la Romania, che inizialmente aveva espresso delle riserve, alla fine ha fatto marcia indietro. Insomma, la Ue apre le sue porte anche a Belgrado.

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