La goccia che fa traboccare il vaso non è, come si potrebbe immaginare, la richiesta di rinvio a giudizio che arriva in tarda mattinata da Napoli per la presunta compravendita di senatori nel 2006. Ma il pressing che l'Anm avrebbe messo in campo per imporre la Pd Donatella Ferranti alla presidenza della commissione Giustizia della Camera. Pressioni di cui Silvio Berlusconi era al corrente, ma che ieri mattina sono state messe nero su bianco da Beppe Fioroni che a Repubblica racconta delle telefonate arrivate dall'Associazione nazionale magistrati per chiedergli di farsi da parte nella corsa alla presidenza della Commissione (ricostruzione che l'esponente Pd rettifica solo alle 9 di sera).
Apriti cielo. Per il Cavaliere, infatti, non si tratta che dell'ennesima conferma di quello che va dicendo da tempo. «C'è una parte della magistratura che è rappresentata dalla corrente di Md che svolge un'attività eversiva», si era sfogato in questi giorni con diversi interlocutori. E il comportamento dell'Anm che dei magistrati è il sindacato non fa che «confermare quanto vado dicendo da anni» perché è «eversivo che il potere giudiziario faccia pressioni indebite sul potere legislativo» per imporre un suo nome alla presidenza di una commissione parlamentare. Circostanza riportata non dal Cavaliere ma dall'ex ministro dell'Istruzione del governo Prodi. «Eppoi aveva ripetuto qualche giorno fa in privato Berlusconi ditemi che non ho ragione quando dico che sono come la P2?». Inutile, quindi, immaginare il commento del leader del Pdl quando nel primo pomeriggio gli mettono sotto il naso l'agenzia in cui l'Anm lo accusa di «pericolosa delegittimazione del ruolo della giurisdizione». Un Berlusconi molto colorito non solo nei toni ma pure nel merito.
Così, ci sta che già di prima mattina si metta in moto la macchina del partito per organizzare una manifestazione per domani a Brescia. L'appuntamento è per le 16 in piazza Duomo per sostenere Berlusconi e il Cavaliere interverrà personalmente alle 18. Un appuntamento deciso mercoledì sera in una lunga riunione a Palazzo Grazioli con i big di via dell'Umiltà. Tutti d'accordo sulla necessità di alzare la voce, anche perché lunedì ci sarà la requisitoria di Ilda Boccassini nel processo Ruby ed è bene creare una valvola di sfogo, altrimenti la prossima settimana davvero c'è il rischio salti il banco. Così, sull'opportunità di scendere in piazza a Brescia sono d'accordo sia i falchi che le colombe, sia i barricadieri che i governativi. Con Daniela Santanché e Angelino Alfano che una volta tanto sono sulla stessa linea. Ed è l'ex sottosegretario, insieme a Denis Verdini e alla bresciana Mariastella Gelmini, ad occuparsi della parte organizzativa, con il traguardo ambizioso in solo 48 ore delle 25mila presenze. Lunedì, giorno del processo Ruby, si pensa invece ad una maratona oratoria dei parlamentari del Pdl.
Ma il Cavaliere la sua voce la vuol far sentire ben prima di domani. E così ieri ha messo in fila una serie d'interviste per diversi tg e per la trasmissione Quinta colonna. Per ribadire che le vicende giudiziarie non interferiranno con la vita del governo, ma pure per tornare ad affondare colpi contro «una certa parte della magistratura». «Mi vogliono eliminare attacca perché da venti anni mi oppongo alla presa di potere di una certa sinistra. Ecco il perché della guerra dei vent'anni da parte della giustizia politicizzata contro il signor Berlusconi».
E ancora: «L'accanimento giudiziario contro di me è diventato ostentato, pesante, come dimostra anche l'assurdo rinvio a giudizio di Napoli». «Ma aggiunge - ho sempre trovato un giudice a Berlino e credo che avverrà così anche questa volta». «Cosa dirò a Brescia? Dirò che resto in campo».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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