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"C'è un dibattito nel Pd". L'ex sardina fa vacillare la linea sulle armi a Kiev

"Prima nel Pd era difficile parlare di pace, ora invece...", l'ex sardina Jasmine Cristallo parla di un confronto interno ai dem sugli armamenti. In passato anche Schlein aveva parlato di "dilemma etico" sul tema

"C'è un dibattito nel Pd". L'ex sardina fa vacillare la linea sulle armi a Kiev

L'argomento non è più un tabù. Nel Pd il dibattito sull'opportunità del sostegno armato all'Ucraina ora è possibile, con somma soddisfazione della frangia dem più pacifista. All'interno del partito qualcosa è cambiato: durante la segreteria di Enrico Letta pare infatti che non ci fosse particolare spazio per le opinioni dissenzienti sul tema, mentre ora anche gli anti-militaristi stanno ricevendo ascolto. Lo ha raccontato l'ex sardina Jasmine Cristallo, nuova arrivata nella direzione Pd. Sebbene la posizione dem sugli aiuti a Kiev non sia cambiata, adesso l'orientamento politico sugli armamenti sarebbe al centro di un articolato confronto.

Armi a Kiev, ora nel Pd si discute

Intervistata su Radio1, Cristallo ha risposto così in merito alla linea piddina sulla guerra: "Io sono pacifista, da principio mi sono detta contraria all'invio di armi all'Ucraina. E anche Schlein è pacifista, lo dice la sua storia. La sua posizione sull'invio di armi è diversa dalla mia". La neo-segretaria, infatti, pur dichiarando il proprio scetticismo su una risoluzione armata aveva poi votato il decreto legge sul sostegno militare a Kiev per tutto il 2023. "C'è una novità: prima all'interno del Pd era difficile parlare di pace, c'era solo la direzione che spingeva per l'invio di armi mentre ora è in atto un dibattito molto articolato", ha aggiunto l'ex sardina a Un Giorno da Pecora.

La convinzione (ora vacillante) di Letta

E chissà se alla fine quel confronto porterà o meno i dem a tornare sui loro passi o a rivedere il loro indirizzo politico. "Il Pd ha preso una decisione che è nel suo dna, difendere chi è aggredito, difendere i principi di libertà e giustizia e che il diritto internazionale sia più forte della brutalità della forza. Fa parte del nostro dna e continuerà anche dopo di me", aveva assicurato Enrico Letta solo poche settimane va. Ma le recentissime dichiarazioni della dem Jasmine Cristallo sembrano far vacillare quella granitica convinzione. Del resto in passato anche la stessa Schlein non era apparsa così sicura sull'argomento. "Per chi, come me, viene dalla cultura del disarmo, è un vero dilemma etico. Penso che la pace non si faccia mai con le armi. Ma non mi sento nemmeno di demonizzare chi ha risposto a una precisa richiesta della resistenza ucraina", aveva affermato lo scorso 18 marzo 2022 in un'intervista a Repubblica.

Il dilemma della Schlein

E ancora, intervenendo su La7 il 29 agosto, aveva dichiarato: "Secondo me non è con le armi che risolveremo il conflitto con una potenza nucleare e da federalista europea convinta, quindi con nessun dubbio sulla mia collocazione europea e atlantica, vorrei vedere un ruolo più forte dell’Unione europea nel cercare una via per porre fine alla guerra".

Ora alla guida del partito ci è arrivata lei, accompagnata dalle aspettative di chi l'ha designata a quel ruolo. Come si comporterà la nuova segretaria di fronte al grande dilemma della sinistra sugli armamenti?

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