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Ora Monti ammette: "Abbiamo fatto di sicuro errori"

Il Prof difende la legge di stabilità: "Pronti a modifiche ma con saldi invariati". Ma ammette di aver fatto degli errori

In un sondaggio, realizzato da Swg per la trasmissione di Rai3 Agorà, la fiducia degli italiani nel presidente del Consiglio Mario Monti è in calo di due punti dopo la presentazione della legge di stabilità: nel giro di una settimana, si è infatti abbassata dal 39 al 37%. Mentre il Partito democratico prende le distanze dalle ultime misure economiche varate dal governo, Monti prova a ostentare ottimismo, ripetendo per l'ennesima volta che la crisi è finalmente passata, ma ammette che l'esecutivo da lui guidato ha fatto "di sicuro" errori. Tuttavia, a detta del Professore, ma non c’è "alcun motivo di rammarico o pentimento per aver sbagliato politica economica".

"Siamo fiduciosi che la crescita ci sarà". A Bruxelles Monti non è disposto a cedere nemmeno di un millimetro. Gli errori ci sono stati. Ma la ricetta dei tecnici per combattere la crisi economica e la recessione che sta mettendo in ginocchio il Paese e che sta facendo lievitare il tasso di disoccupazione resta buona. Come, sempre a detta del premier, resta buono l'impianto della legge di stabilità che - ci tiene a ricordarlo - "non è una manovra aggiuntiva di finanza pubblica". In realtà, proprio la legge di stabilità, che introduce misure per almeno una decina di miliardi di euro, ha incontrato forti resistenze in parlamento. "Siamo pronti a valutare modifiche, ma senza variare i saldi", spiega il presidente del Consiglio ricordando che non tutte le modifiche sarebbero accettabili. Tuttavia, il Prof non è intenzionato ad "assistere a modifiche dei saldi". Il saldo non è il solo caposaldo a cui i tecnici non sono disposti a rinunciare. "Pur rispettando i saldi, certe modifiche ci vedranno d’accordo, altre potranno trovarci in disaccordo", chiarisce pur rimanendo convinto del fatto che la combinazione di misure sia la migliore.

Monti è intenzionato ad andare avanti. Non un passo indietro. Pur ammettendo di aver fatto qualche errore, non dà spazio ai mea culpa. Così, difende il lavoro fatto in questi mesi dal governo e promuove i risultati raggiunti al vertice europeo. "Anziché sovraccaricare la disciplina di bilancio come se vivessimo in cattiva fede - spiega - abbiamo pensato di valorizzare l’incoraggiamento sulle riforme strutturali su cui i Paesi sono indietro". A preoccupare il presidente del Consiglio non sono i dati sul sistema Italia che parlano di un pil in ribasso e di un mercato del lavoro in forte difficoltà, ma l'euroscetticismo che passa attraverso "rigetto dell’integrazione, populismo, nazionalismo odio per il diverso, e si sta aggravando via via per la crisi ha effetti sociali e psicologici". Proprio per questo Monti rilancia l’idea di un summit ad hoc da tenersi in primavera, possibilmente a Roma.

"L’aumento dei populismi euroscettici riguarda anche l’Italia, anche se meno che in altri Paesi", avverte il premier spiegando di aver constatato in prima persona l’insofferenza per un'Unione europea che "viene vista come un po' opprimente nel limitare spazi alle politiche interne".

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