Ora si naviga volando Internet sale in aereo ma l'Italia resta a terra

Il Wifi a bordo è per ora diffuso solo in Asia e negli Stati Uniti a prezzi bassi. L'Europa ancora in fase di sperimentazione

Ora si naviga volando Internet sale in aereo ma l'Italia resta a terra

«Si prega di spegnere e riporre tutti i dispositivi elettronici». Quante volte prima di un volo abbiamo ascoltato questo annuncio dagli altoparlanti degli aerei? Secondo molti la tesi che l'utilizzo di un dispositivo elettronico sia in grado di interferire con i comandi degli aerei è un'idea non dimostrata. Per anni abbiamo vissuto col timore che tenere acceso il proprio cellulare potesse creare danni irreversibili al velivolo. Per alcuni, in fondo, è un aspetto romantico dell'aviazione civile, scomparire a diecimila metri d'altezza per il tempo di un volo. Quando voliamo, non ci siamo per nessuno. Ora l'incremento esponenziale delle nuove tecnologie sta rivoluzionando anche il concetto del viaggio in aereo.
Il Wifi a bordo è il principale servizio su cui stanno lavorando molte compagnie aeree, soprattutto quelle con voli a lungo raggio. Pionieri del flying communication sono Asia e Stati Uniti, dove alcune compagnie hanno per prime sviluppato un sistema di connessione wireless, con cui navigare come fossimo a casa, in ufficio o in un bar. Emirates Airlines, colosso di bandiera dell'Emirato Arabo di Dubai, ha lanciato il servizio Wifi nell'abitacolo, al costo di 2,75 dollari per smartphone e 7,50 dollari per tablet o pc portatili.
Mentre la Singapore Airlines, partita in quarta già nel 2011, è già una sicurezza per operazioni di navigazione in crociera. Dall'altra parte del globo, negli Usa, sono già oltre 500 gli aerei di linea dotati di connessione attiva e funzionante mentre volano sul cielo a stelle e strisce. Più sfortunati i passeggeri delle altre compagnie, ancora alle prese con restrizioni legate alla sicurezza. In particolare nel Vecchio Continente, dove il servizio è poco diffuso e rappresenta perlopiù una sperimentazione. In Europa soltanto la tedesca Lufthansa offre connettività a pagamento sui suoi voli intercontinentali grazie a FlyNet, dal 2011. Per un'ora si paga 11 euro, mentre per 24 ore di connessione il costo è di 20 euro. L'Air France-Klm, invece, da aprile ha avviato una sperimentazione soltanto su due velivoli. L'obiettivo è quello di fornire il servizio ad un costo forfettario, pagato con carta di credito. E in Italia? Dalla tanto discussa compagnia di bandiera Alitalia nessuna novità alle porte. A quanto pare i passeggeri italiani rimarranno ancora irraggiungibili in volo. Ma come far fronte ad eventuali problemi legati alla consultazione di siti imbarazzanti in aereo, ad esempio quelli pornografici? Il dibattito è in corso e sarà probabilmente necessario redigere un regolamento di comportamento. Un mutamento di assetto che quindi inizia e si diffonde ai poli opposti del mondo più che nel «Continente Vecchio» (di nome e di fatto). Esperti della Aircell, principale casa produttrice dei servizi web sui velivoli, sostengono che tra dieci anni tutte le compagnie del mondo offriranno internet ai propri utenti, mentre già nei prossimi cinque si assisterà ad un forte incremento della banda larga tra i cieli. Secondo un sondaggio pubblicato da «Honeywell International», su un campione di 2000 passeggeri, quasi nove americani su dieci vorrebbero utilizzare i loro dispositivi durante tutte le fasi di un volo, compresi decollo e atterraggio. Eppure, attualmente solo il 6% dei passeggeri statunitensi acquistano pacchetti internet in aereo.

In effetti, risulta che sì, vogliamo «volare su internet», ma gratis. E ad oggi soltanto tre sono le compagnie aeree che hanno deciso di fornire accesso libero a internet sui propri voli: la scandinava Norwegian, la Turkish e Hong Kong Airlines. Meglio tenere i telefoni spenti?

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