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Orlando chiede a Nordio di liberare Cospito, ma lui lasciò morire Provenzano al 41bis e la Cedu lo condannò

La Corte Europea dei diritti dell'uomo condannò l'Italia per l'ultimo 41 bis firmato da Orlando nei confronti di Provenzano prima di morire

Orlando chiede a Nordio di liberare Cospito, ma lui lasciò morire Provenzano al 41bis

“Lo Stato non deve trattare con nessuno. Deve applicare i principi dello Stato di diritto sempre, senza farsi condizionare da nessuno. Se deroga a questo i suoi avversari hanno vinto”, dice oggi Andrea Orlando, l’ex guardasigilli del Pd, chiedendo a Nordio di revocare il 41 bis al terrorista Cospito.

Ma quando era Orlando guardasigilli non lo revocò a Provenzano, che da mesi giaceva in stato vegetativo, lasciandolo morire al 41 bis.

E per quel decreto di Orlando, che confermò il 41 bis a Provenzano nonostante il parere di tre procure, lo stato italiano è stato condannato dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo. Ma nel frattempo Provenzano era già morto.

Pannella e i radicali erano in sciopero della fame per chiedere al Ministro Orlando di revocare il 41 bis a Provenzano in fin di vita. L’ultimo a rispondere al Guardasigilli fu il procuratore di Palermo Francesco Messineo negò la necessità del 41 bis. Come fecero anche le Procure di Firenze e Caltanissetta, d’accordo nel dire che le condizioni di salute del boss gli impedivano di comunicare con l’esterno, quindi il carcere duro sarebbe inutile.

Ma Orlando preferì seguire il parere della Direziona Nazionale Antimafia, secondo cui non era da escludere che Provenzano, anche in stato vegetativo, potesse comunicare con altri soggetti e impartire ordini criminali.

Scrisse Orlando: "Provenzano è il capo ancora indiscusso di Cosa nostra e risulta conclamata oggettivamente la sua pericolosità. Questo rende necessario mantenere misure per contenerne la carica di pericolosità sociale correlata al rischio di diramazione di direttive criminose all’esterno del carcere.

Nel documento di Orlando leggiamo: “Tale condizione, come sottolineato dalla Direzione nazionale antimafia, rende evidente la necessità di conservazione delle misure atte al contenimento della carica di pericolosità sociale del detenuto correlata al rischio di diramazione di direttive criminose all’esterno del circuito penitenziario. Ciò anche in ragione del motivato parere della Direzione nazionale antimafia circa la non evidenza di uno stato di totale scadimento delle attuali capacità di attenzione, comprensione ed orientamento spazio-temporale della persona”.

Si è chiesto Orlando che ora vuole la revoca del 41bis per Cospito, se anche il terrorista ha un "totale scadimento delle capacità di attenzione"?

Oggi l'ex guardasigilli fa appello al senso di umanità, eppure la Cedu condannò l’Italia proprio per quel suo provvedimento.

Secondo la corte di Strasburgo Orlando violò l’art. 3 della Convenzione dei diritti dell’Uomo, per pena o trattamento inumano o degradante.

La violazione era riferita proprio al provvedimento di proroga del regime del 41 bis emesso a firma del ministro Orlando nei confronti di Bernardo Provenzano il 23 marzo 2016, qualche mese prima della sua morte, avvenuta il 13 luglio 2016. In particolare la Cedu ha motivato la riconosciuta violazione del divieto di pene o trattamenti inumani o degradanti facendo riferimento alla insufficiente valutazione, nel provvedimento di proroga, del deterioramento delle funzioni cognitive del detenuto.

Secondo la Corte "la situazione avrebbe richiesto non solo una più dettagliata e attenta motivazione delle ragioni in favore della proroga, ma anche la necessaria valorizzazione del progressivo deterioramento delle funzioni cognitive del ricorrente”.

Rispetto alla proroga del 23 marzo 2016 firmata da Orlano, la Corte scrive: “iI provvedimento ministeriale non prende adeguatamente in considerazione l’ulteriore peggioramento delle condizioni cognitive del ricorrente e per questo viola l’art. 3 CEDU. La gravità della situazione avrebbe richiesto non solo una più dettagliata e attenta motivazione delle ragioni in favore della proroga, ma anche la necessaria valorizzazione del progressivo deterioramento delle funzioni cognitive del ricorrente. Nel decreto, invece, non vi è alcuna valutazione autonoma di tale situazione di salute, ma solo due riferimenti alle relazioni della DNA e DDA di Palermo, le quali a loro volta si basavano su valutazioni non aggiornate della situazione cognitiva di Provenzano. La ragione della violazione dell’art. 3 CEDU, dunque, risiede nel non aver dimostrato, nel provvedimento ministeriale, che il ricorrente, nonostante lo stato di deterioramento psichico, sarebbe stato in grado di comunicare con l’associazione, qualora fosse stato collocato in regime ordinario”.

In sostanza quello che lui non fece per Provenzano quando era guardasigilli, e che nessuno del Pd gli chiese di fare, oggi Orlando e la sinistra chiedono debba farlo Nordio per Cospito.

Proprio sulla base delle stesse motivazioni che loro violarono. Con la sola differenza che Provenzano, a differenza di Cospito, non era in fin di vita per sua scelta.

Se tra qualche mese Matteo Messina Denaro dovesse trovarsi in fin di vita, chiederanno la revoca del 41 bis anche per lui come stanno facendo con Cospito?

O lo chiedono solo per gli anarchici di sinistra?

Non possiamo pensare che, come chi in questi giorni ha chiamato gli atti incendiari per mezza Europa “vandalismo”, vuole ancora giustificare il terrorismo.

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