I diamanti sono per sempre. Soprattutto se ne porti via dieci chili, fai un bottino da 37 milioni di euro e ci metti tre minuti. Non è ancora un film, ma lo diventerà. Inizia tutto alle 19.47 di lunedì sera, tra le piste gelide e brumose dell'aeroporto di Bruxelles. Il volo 2L789 della Helvetic Airways per Zurigo attende a pancia aperta. I vigilantes della Brinks scaricano le cassette, le infilano nella stiva del Fokker. Il decollo è alle 08.05. Loro hanno i soliti 12 minuti d'orologio per stivare le cassette di pietre in volo per Zurigo. Anche stasera i preziosi devono restar fuori dalle casseforti il meno possibile. D'improvviso una sciabolata bluastra fende il buio, cancella luci e fari sul lato dell'autostrada. Un vigilantes alza gli occhi. «Polizia» - sussurra. Gli altri non gli danno retta, continuano il lavoro. Quaranta secondi e la «polizia» è lì. Ha un aspetto inconsueto. Avanza su un furgone Mercedes tallonato da un Audi 8 nera. Niente insegne, nessuna comunicazione. Solo quello sfarfallio bluastro di lampeggianti. I vigilantes ora alzano gli occhi. La «polizia» sono otto divise incappucciate, otto mitragliatori puntati, otto tracce di laser purpurei incollate ai loro corpi e a quello del comandante dell'aereo.
Non servono grandi discorsi. Il Fokker è carico di passeggeri e pieno di carburante. Loro, i vigilantes, sono allo scoperto, nel mirino delle armi automatiche. Uno scontro a fuoco sulla pista rischia di tramutarsi in una catastrofica tragedia. Alzano le mani, due rapinatori li tengono a bada, gli altri s'infilano nella pancia dell'aereo, tirano fuori 120 involucri, li caricano sul furgone. Alle 19.51 spaccate uno degli incappucciati dà l'ordine. Gli otto fantasmi in divisa salgono su Mercedes e Audi, sgommano verso il buco nero da cui sono arrivati, infilano la breccia ricavata a colpi di cesoie nella recinzione della pista, si rituffano nel traffico della circonvallazione. Sulla pista la polizia, quella vera, arrivata con qualche minuto di ritardo, osserva incredula la scena del crimine. I passeggeri dell'aereo riferiscono trasognati di non aver visto nulla. Il capitano descrive stupefatto la sistematica precisione di quegli artisti del crimine. A qualche chilometro da lì il van Mercedes è già in fiamme. Incappucciati e carico milionario sono spariti assieme all'Audi nera.
La notizia rimbalza come una palla di flipper tra i laboratori del «Diamantclub» di Anversa l'istituzione che ogni anno maneggia l'84 per cento dei diamanti grezzi del mondo e fattura qualcosa come 40 miliardi di euro. Tagliatori e mercanti fanno i conti. Caroline De Wolfe, meticolosa portavoce del Diamantclub di Pelikaanstraat, 62 diffonde il tragico responso. In tre minuti sono svaniti nel nulla dieci chili di pietre grezze del valore di 37 milioni euro, ma prive di contrassegni e certificati. Ritrovarle non sarà facile. «Trasporti di pietre preziose e altri valori verso l'estero avvengono ogni giorno i diamanti - spiega la portavoce - erano probabilmente destinati a nuovi acquirenti, ma è anche possibile che i loro attuali proprietari li volessero far tagliare all'estero». Fatti i conti la signora De Wolfe butta lì una domanda. «Ci chiediamo come quelle auto possano aver avuto accesso alla pista. Questo è veramente un serio interrogativo...».
Serio forse sì, ma nuovo proprio no. Il 25 febbraio del 2005 una rapina quasi identica venne messa a segno sulle piste dall'aeroporto di Amsterdam. Cambiava solo il bottino. Allora sparirono diamanti grezzi per oltre 90 milioni. Mai più ritrovati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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