Qatargate

Panzeri collabora coi giudici e punta il dito contro Cozzolino

Antonio Panzeri consegna le sue prime ammissioni davanti al giudice: "Un accordo per evitare risoluzioni contrarie in cambio di 50 mila euro"

Panzeri collabora coi giudici e punta il dito contro Cozzolino

Le notizie da riportare sono due ed entrambe potrebbero rivoluzionare le sorti del caso Qatargate. Da un lato Antonio Panzeri ha fatto le prime ammissioni dicendosi disposto a collaborare con gli inquirenti. Dall’altro, stando a quanto scritto nel verbale della procura di Bruxelles, l'ex eurodeputato ha cominciato a scaricare qualche compagno della “cricca”: Panzeri avrebbe chiamato in causa l'europarlamentare sospeso dal Pd, Andrea Cozzolino, non indagato, Marc Tarabella, anche lui né indagato né interrogato e Maria Arena, altra eurodeputata socialista vicina a Panzeri ma non indagata dagli inquirenti belgi.

Le ammissioni di Antonio Panzeri

“Un accordo per evitare risoluzioni contrarie” e “in cambio avremmo ottenuto 50mila euro”. Una prima ammissione di colpa da parte dell’ex sindacalista bergamasco ritenuto al centro del presunto sistema corruttivo europeo. Questo, secondo quanto riportato da Repubblica, è in sostanza quanto affermato dall’ex eurodeputato nel faccia a faccia con gli inquirenti belgi. Antonio Panzeri, solo pochi giorni fa, veniva descritto come una sfinge: parlava ma non faceva trapelare nulla di rilevante. Ora la sua posizione, gravata dalle accuse degli inquirenti, sembra cambiata e queste prime ammissioni rappresentano un punto di partenza per il giudice istruttore Michel Claise. Durante l’interrogatorio l’ex eurodeputato Pd poi passato in Articolo 1 ha provato a limitare le contestazioni mosse ai suoi danni e ha sottolineato che l’accordo di cui parla era nato del 2019 quindi dopo la sua mancata rielezione. Un modo per confermare l’assenza di un personale conflitto d’interesse. E anche per quanto riguarda i soldi trovati nel suo appartamento a Bruxelles, Panzeri gioca sulla difensiva: “La somma a casa mia non era a disposizione di altri”.

Il ruolo di Panzeri rappresenta, secondo gli inquirenti, il nodo da sciogliere per comprendere l’intero impianto di presunta corruzione tra il Parlamento europeo e il Paese del Golfo. Secondo la relazione del servizio segreto del Belgio che ha dato inizio all’inchiesta (Vsse), l’attività d’ingerenza di Panzeri in favore del Qatar andrebbero avanti dal 2018. Le operazioni a favore del Marocco comincerebbero addirittura nel 2014.

Le accuse a Cozzolino

Durante il suo interrogatorio davanti ai magistrati belgi Antonio Panzeri ha cominciato a scaricare qualche compagno della “cricca” di presunta corruzione in sede europoea. L’ex eurodeputato ha puntato il dito contro Andrea Cozzolino, finora non indagato e neanche mai interrogato. Panzeri ha invitato gli inquirenti a concentrarsi sul ruolo dell’eurodeputato del Pd. Secondo quanto scritto nel verbale di interrogatorio, riportato in parte da Il Fatto Quotidiano, Panzeri avrebbe iniziato a fare i primi nomi: “Io aggiungo che non ho prove ma voi dovreste controllare il presidente attuale della delegazione del Maghreb”, vale a dire Cozzolino,“È il parlamentare di cui Giorgi è l’assistente”.

Le accuse a Tarabella e Arena

Le accuse di Panzeri avrebbero coinvolto anche Marc Tarabella, europarlamentare socialista e iscritto ad Articolo 1. Tarabella, è bene ricordarlo, non risulta né indagato né interrogato dalla magistratura belga ma quando gli inquirenti chiedono di lui l’accusa di Panzeri non tarda ad arrivare: “Confermo Tarabella, è andato in Qatar”. E nei verbali compare anche il nome di Maria Arena, altra eurodeputata belga: “So che è andata una volta in Qatar e che ha ricevuto un regalo. Ma non so quale” ha detto Panzeri agli inquirenti.

Sarebbe confermato anche il ruolo di Abderrahim Atmun, ambasciatore marocchino a Varsavia che, secondo l’accusa, avrebbe svolto un ruolo da mediatore tra gli italiani convolti e i servizi marocchini.

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