Basta chiacchiere. Basta promesse. Basta politici scalda-sedie e conta-frottole.
Se la crisi di credibilità dei politici è già profonda, presso i genitori separati ha superato ogni livello di guardia. Così i rappresentanti di un disagio che riguarda ormai circa dieci milioni di italiani il prossimo giovedì 4 ottobre scenderanno in piazza del Pantheon a Roma, per la prima volta intenzionati a metterla giù molto dura. A prima vista, un vero e proprio ricatto nei confronti dei prossimi candidati delle Politiche 2013.
«Alle prossime elezioni - dice il coordinamento delle associazioni per la «bigenitorialità» - voteremo soltanto i politici che si impegneranno a risolvere i problemi di centinaia e centinaia di figli contesi, genitori bistrattati, nonni ignorati. Non vogliamo vedere in Parlamento mai più gli scalda-poltrone, mai-più i conta-favole». Mai più, insomma, chi si oppone alle modifiche della legge sull’affido condiviso, «come soprattutto Pd e Idv stanno facendo», denunciano i genitori separati.
Che cosa sia successo in questi anni è facile dire. L’avvento delle nuove norme nel 2006 sembrava affermare finalmente un principio cardine in ogni separazione tra coniugi: quello della «bigenitorialità». Ovvero che i figli hanno diritto a poter stare con entrambi i genitori, anche quando il matrimonio finisce. Lo sviluppo equilibrato di un minore, è acclarato, può e deve essere perseguito con l'apporto di entrambi gli ex coniugi.
Ma, a sei anni dall’entrata in vigore, la legge numero 54 accusa molte crepe e si è prestata a troppe cattive interpretazioni. In particolar modo, proprio sul principio cardine della «bigenitorialità» che viene spesso discrezionalmente disatteso dai giudici e proditoriamente dai coniugi affidatari (diventati, di fatto, «contraenti forti» e per nulla sanzionabili dei patti di separazione).
All’indispensabile miglioramento della legge sta lavorando dall’inizio della legislatura la Commissione Giustizia del Senato, con immancabili <CF201>stop and go</CF> legati non tanto alle travagliate vicende politiche del Paese, quanto alle tattiche dilatorie e ostruzionistiche spesso messe in campo, paradossalmente, dagli esponenti dell’opposizione (alcuni senatori del Pd e dell’Idv). Ciononostante, il disegno di legge 957 è quasi arrivato al traguardo, grazie alla caparbietà della relatrice del provvedimento in commissione, la senatrice Alessandra Gallone (Pdl).
Minuzioso e accuratissimo il lavoro preparatorio, con lunghe audizioni di presidenti e operatori dei tribunali per i minorenni, rappresentati della magistratura e dell'avvocatura, docenti universitari e psicologi, associazioni di genitori separati e persino i nonni misconosciuti. Mai è stato fatto tanto, con dispendio di risorse, prudenza e zelo. Eppure sembra ormai impossibile che il provvedimento riesca a essere approvato prima della fine della legislatura. L’importante, allora, sarebbe non buttar via il certosino lavoro della commissione (che rimane agli atti), e riprendere in primavera là dove si era rimasti, a un passo dall’arrivo in aula.
Essenziali sarebbero alcune modifiche contenute nel ddl, quali il concetto di pariteticità del tempo che i figli trascorrono con l'una o con l'altro genitore, la possibilità di inserire il sistema del doppio domicilio, l'introduzione del mantenimento diretto dei figli (così da garantire l'effettiva partecipazione di entrambi i genitori alla loro vita). E non solo: attenzione e rispetto anche per l'affettività dei nonni (spesso tagliati fuori dalla vita del bambino per difficoltà pratiche e tempi risicati); obbligatorietà della mediazione familiare (che potrebbe prevenire tante controversie e predisporre gli ex coniugi a un migliore approccio tra di loro ma anche tra gli avvocati); riconoscimento della "sindrome di alienazione genitoriale" (in medicina: Pas Parental Alienation Syndrome) che spesso i padri, ma anche le madri hanno imparato a riconoscere.
«Se è vero che le separazioni e i divorzi sono in aumento - conclude la Gallone, che non perde la speranza -, cresce anche il numero dei bambini contesi nel "conflitto" tra mamma e papà. A volte basterebbe il buon senso. Ma quando questo non c'è, abbiamo il dovere di mettere a disposizione dei giudici gli strumenti che gli consentano di decidere nel modo più giusto, per il bene dei minori».
Di sicuro, la senatrice bergamasca ha saputo conquistarsi la stima e la fiducia delle tante associazione sorte in questi anni, ora raggruppate in un comitato dal nome immaginifico: Colibrì (Coordinamento Interassociativo Libere Iniziative per la Bigenitorialità e le Ragioni dell’Infanzia).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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