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Il Papa conquista i giovani con la nonna

L'aneddoto per spiegare che il denaro non conta: "Lei mi diceva: il sudario non ha tasche". Piazza entusiasta

Il Papa conquista i giovani con la nonna

Città del Vaticano - Domenica delle Palme, giorno di gioia e di croce, ricorda nell'omelia Papa Francesco. Sopra San Pietro il cielo è grigio, ma i fedeli sono numerosi, soprattutto i giovani. Quando il Papa si rivolge a loro parte un applauso atteso, come un abbraccio. Francesco li invita a Rio de Janeiro per la Gmg: «Anch'io mi metto in cammino con voi sulle orme del beato Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI». Rivolge loro parole di speranza e impegnative: parla di «pellegrinaggio della croce», come la «croce pellegrina» che viaggia per i cinque continenti. «Voi ci portate la gioia della fede e ci dite che dobbiamo vivere la fede con un cuore giovane, sempre… Con Cristo il cuore non invecchia mai!» Fino alla croce, che «voi portate per dire a tutti che sulla croce Gesù ha abbattuto il muro dell'inimicizia… ha portato la riconciliazione e la pace. I giovani devono dire al mondo: è buono seguire Gesù… è buono il messaggio di Gesù; è buono uscire da se stessi, alle periferie del mondo e dell'esistenza per portare Gesù». Si lavora al programma: si parla di una visita a una favela e al Corcovado, di Aparecida e Brasilia. Una proposta di programma sarà sottoposta al Santo Padre e alla fine di aprile, inizio di maggio, sapremo.

Gioia e croce sono i temi che si intrecciano in questa domenica: «Non siate mai uomini e donne tristi: un cristiano non può mai esserlo! Non lasciatevi prendere mai dallo scoraggiamento!». La gioia, dice Francesco, «nasce dall'aver incontrato una Persona: Gesù… qui sta la speranza che dobbiamo portare in questo nostro mondo». Poi alza gli occhi dal foglio: «E, per favore, non lasciatevi rubare la speranza! Non lasciate rubare la speranza! Quella che ci dà Gesù». E che arriva fin sotto la croce. Cita Benedetto XVI che «diceva ai cardinali: Voi siete principi, ma di un Re crocifisso. Quello è il trono di Gesù». Alza gli occhi più volte dal foglio. Parla della «sporcizia» e del peccato che Gesù «lava con il suo sangue, con la misericordia, con l'amore di Dio». Mette in guardia dalle ferite del male, come «la sete di denaro, che poi nessuno può portare con sé, deve lasciarlo». E qui ricorda la nonna che «diceva a noi bambini: il sudario non ha tasche».

E conclude: «La croce di Cristo abbracciata con amore mai porta alla tristezza, ma alla gioia, alla gioia di essere salvati».

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