PARLA SQUINZI «Se esce dall'euro l'Italia regredisce di trent'anni»

«L'euro è un vero fattore di coesione per l'Europa. Uscire dall'euro per l'Italia vorrebbe dire una decrescita del Pil del 25-30 per cento, cioè tornare a livelli di vita di 25 o 30 anni fa». È l'oscuro presagio del presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi che, intervenendo al Salone del Libro di Torino, ha prescritto anche la «medicina» per rianimare la nostra economia: «Al contrario l'unica via d'uscita da questa crisi è investire sull'Europa andando verso gli Stati Uniti d'Europa». «Se rinunciassimo ad una parte della nostra sovranità nazionale andremmo verso una prospettiva giusta - ha aggiunto Squinzi - Ora siamo in un momento di sconcerto per via delle risorse così ristrette, abbiamo sacrificato sul totem del risanamento del debito pubblico la ricerca e la crescita, ma adesso è tempo di recuperare lo spirito degli anni Cinquanta e Sessanta».

«Ci vorrà qualche decennio - ha concluso - non è una cosa che si può fare subito, ma va fatta a cominciare da una Banca centrale europea con veri poteri e dalle politiche coordinate in materia fiscale, di welfare, infrastrutture e energia».

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