È in fin di vita, colpito in testa da una scarica di pallettoni esplosa dal fucile dello zio. Ennesima vittima di una battuta di caccia un ragazzino dodicenne. È successo a nelle campagne di Irgoli, in provincia di Nuoro. Il colpo di fucile sarebbe stato esploso accidentalmente dall'uomo, un carabiniere 64enne in pensione. Il proiettile ha centrato la parte sinistra del cranio del piccolo, che è stato trasportato in elicottero all'ospedale San Francesco di Nuoro. L'associazione Vittime della Caccia amaramente commenta: «Non c'è da aggiungere niente altro ai fatti di sangue che oramai si succedono sistematicamente dall'inizio della stagione venatoria. Ogni altro commento oltre ai crudi numeri è superfluo».
I numeri, spiega l'associazione, parlano quest'anno di 17 morti e 59 feriti, di cui 4 morti e 16 feriti tra la gente comune e 13 morti e 43 feriti tra i cacciatori. Sei i bimbi vittime di armi da caccia: due morti e 4 feriti.
Sull'ennesimo incidente interviene anche l'ex ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla: «Ora è veramente troppo - denuncia - Questo caso, in cui è vittima di un bambino innocente e che certamente non avrebbe dovuto essere lì, mostra che la caccia non è solo un attentato al nostro patrimonio faunistico, un bene di tutti di cui si appropriano pochi, ma anche e soprattutto un continuo attentato alla vita umana.
Prima la aboliremo, meglio sarà».
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