Il partito diviso: «Buona idea». «Non decide lui»

Roma È la giornata del passo indietro? Berlusconi che da cannoniere, prima punta, come certi campioni che trovano una seconda vita arretrando un paio di metri, si scopre regista. Tutto sembra corretto e scontato. C'è una sola incognita. L'annuncio del cambio di ruolo non è del Cav, ma di Alfano. Ed è su questa piccola discrepanza che bisogna tarare i commenti e le opinioni che arrivano dal Pdl e dintorni. Casini per esempio mica ci crede. Qualche giorno fa ha dichiarato che neppure dal notaio si sarebbe convinto di un passo indietro di Berlusconi. Ora si veste di umiltà, quasi per non essere bruciato, e dice che lui non ha ambizioni: «Io non aspiro a guidare nulla, mi ricandido, e il mio destino è in mano agli elettori, se mi bocciano vado a casa, se mi ritengono una persona per bene andrò in Parlamento». Tattica. Non c'è un democristiano che si sia mai candidato ufficialmente a qualcosa. La regola è aspettare che ti chiamino gli altri. Il tema è per tutti comunque dire e non dire. Restare nel vago, perché non si sa mai. Le parole che più ricorrono sono ottimismo e speranza. Gianni Alemanno guarda alle possibilità future: «È una buona notizia che riapre i giochi nel centrodestra». Guido Crosetto plaude e individua un nuovo ruolo per il leader: «Con Berlusconi come garante, arbitro, padre nobile, si può aprire un confronto tra uomini, idee e programmi. Se non ora, quando?». E se Franco Frattini individua nelle parole di Alfano «il primo mattone della costruzione della casa dei moderati», Fabrizio Cicchitto si augura che «Casini e Montezemolo affrontino la questione in modo positivo, costruttivo e aperto». Un pensiero ripreso e rilanciato da Maurizio Lupi. «La disponibilità a un passo indietro è un grande gesto di responsabilità in un momento in cui è in gioco il futuro del Paese».
Questa però è una cartina di tornasole per capire chi sta con chi nel partito di Berlusconi e soprattutto su dove si vuole andare. Daniela Santanchè, per esempio, sceglie una linea di maggiore prudenza sulle reali intenzioni del presidente del Pdl. «Non mi risulta che Alfano possa decidere se Berlusconi si candiderà o no. Berlusconi ha sempre detto pubblicamente che il suo obiettivo è allargare il centrodestra, lui farà quello che servirà per non consegnare il Paese a Vendola e Bersani». Per Michaela Biancofiore «Alfano ha solo ripetuto pubblicamente quello che Berlusconi ci confida sempre in privato. Io penso che se Berlusconi ridà vita a Forza Italia rivinciamo le elezioni.

Inoltre davanti al potenziale passo indietro di Berlusconi siamo interessati a sapere se altrettanto varrà per Casini e Fini». La verità è che Berlusconi è in Russia e fino a quando non torna tutte le parole sono «precarie».

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