Il partito si spacca sulla Tav e in rete volano gli insulti

Emiliano a un senatore piemontese: "Hai rotto". La Bresso: visti i risultati, si occupi della Puglia

Il partito si spacca sulla Tav e in rete volano gli insulti

RomaLa lacerazione nel Pd non è in atto solo a Roma, per la faticosa costruzione di un governo. C'è un secondo livello di scontro intestino, che nelle ultime ore ha raggiunto toni accesissimi. Una guerra tra Nord e Sud, la battaglia sulla Tav.
La linea dei democratici sull'alta velocità Torino-Lione è deragliata, spazzata via da polemiche a colpi di tweet e di comunicati trasmessi via agenzia. Da una parte il sindaco di Bari, Michele Emiliano, che ormai ha abbracciato le rivendicazioni dei No Tav, affiancato da Silvia Puppato e da chi nel partito approva la sua recente trasferta a Torino per dialogare con i ribelli dell'alta velocità: «Cari amministratori torinesi - ha scritto Emiliano su Twitter - temo vi siate chiusi in un fortino perdendo di vista che l'unica energia che convince è la Politica e non la Polizia».
Dall'altra la dirigenza regionale. La diatriba si è trasformata nell'insulto. L'ultimo litigio tra il sindaco barese e il senatore di Moncalieri Stefano Esposito è avvenuto sotto gli occhi di tutti, online: «Mi auguro - aveva iniziato più morbido il senatore - che sappiano con certezza di che cosa stanno parlando. In ogni caso sono a loro completa disposizione per aiutarli ad approfondire e capire. Però mi sorge spontanea una domanda: come mai l'unica grande infrastruttura sulla quale esprimono la loro contrarietà è linea ferroviaria Torino-Lione?».
Emiliano sibila su Twitter: «Mi hai rotto». E ricorda di aver «sempre vinto in Puglia» nonostante «la pena che i pugliesi provano per il Pd quando si incarna in uno come te». Un attacco pesantissimo, i panni lavati in piazza, un partito dove ci si azzanna in pubblico.
Il sindaco di Torino, Piero Fassino, prova a ricompattare i cocci: «Posizioni individuali diverse» sulla Tav «non rappresentano un mutamento di scelta e di linea politica», chiarisce, senza dare credito a Emiliano e all'ala anti Tav del Pd. La linea veloce Torino-Lione «è un'opera strategica», insiste Fassino. Bisogna «proseguire dando seguito ad accordi internazionali». Quindi il chiarimento ai dissidenti: «La posizione che io ho espresso come sindaco corrisponde esattamente alla posizione che il Pd ha assunto in sede nazionale e provinciale. Ho l'impressione che chi è venuto da Roma o da più lontano non ha avuto informazioni sufficienti sulla Torino-Lione».
Nella discussione interviene anche il presidente della Provincia di Torino, Antonio Saitta: «Dai rappresentanti delle istituzioni, soprattutto se sono del mio stesso partito - dice polemico - mi aspetto che prima di parlare si informino e abbiano rispetto delle competenze e del lavoro che da almeno un decennio in Piemonte portiamo avanti per migliorare il progetto della Torino-Lione».
Ma non basta. Il Pd piemontese tira fuori una contraddizione da guinness di Emiliano: per la sua città, il sindaco anti Tav l'alta velocità la gradisce eccome. Sostiene infatti il «Comitato Sì Tav» per la Napoli-Bari, sotto la bandiera della riduzione dei tempi di percorrenza tra le due città da quattro ore a 110 minuti. Spesa prevista: 5 miliardi di euro, contro i 2,8, sottolineano i piemontesi, della Torino-Lione.

«Per quale motivo Emiliano - chiedono i democratici di Torino - dovrebbe garantire ai baresi di spostarsi in fretta fino a Napoli e Fassino non dovrebbe garantire la stessa opportunità ai torinesi?». Risposta acidissima anche dall'ex governatrice Mercedes Bresso: «Puppato e Emiliano farebbero meglio a dialogare con i loro cittadini visti i risultati in Veneto e Puglia».

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