La Pascale lancia Marina come guida di Forza Italia

Europee, Berlusconi alle prese con il rebus candidature. Il pressing di Verdini: "Cavalli di razza in campo o rischiamo". Oggi a Roma tocca ai Club Forza Silvio

La Pascale lancia Marina come guida di Forza Italia

Un partito in apnea. Non solo perché Silvio Berlusconi continua ad avere la testa soprattutto sul fronte più movimentista dei club, ma pure perché l'ipotesi di una discesa in campo di uno dei figli del Cavaliere crea un misto di incertezza e speranza in tutta la dirigenza di Forza Italia che è da settimane in attesa di vedere quel che succederà.

Soprattutto dopo che ai retroscena dei giornali – che, a dire la verità, si esercitano nell'ipotizzare la «successione familiare» ormai da anni – è seguita ieri l'intervista di Francesca Pascale a Repubblica con la fidanzata dell'ex premier ad auspicare un passaggio del testimone tra Silvio e la primogenita Marina. Parole che hanno lasciato il segno se nel partito nessuno ha pensato di esercitarsi in alcun tipo di commento, eccezion fatta per Mara Carfagna che - ospite su La7 de L'aria che tira - si è limitata a dire di non vedere male la candidatura di uno dei figli del Cavaliere che «avrebbe un valore simbolico molto forte».

L'ex premier, intanto, continua a concentrarsi sul capitolo elezioni europee. Non a caso ieri ha avuto una lunga riunione con Denis Verdini (ma ogni decisione sulla composizione delle liste è stata rinviata alla prossima settimana) che gli ha allungato sul tavolo una serie di cartelline colorate a far da conto di quanto la partita elettorale di fine maggio sia delicata. Secondo l'uomo macchina di piazza San Lorenzo in Lucina, infatti, se Forza Italia non schiererà in lista i suoi «cavalli di razza» rischierà seriamente di andare sotto il 20% in una competizione come quella europea dove le preferenze hanno un peso notevole. Secondo Verdini, insomma, «sono elezioni da non prendere affatto sotto gamba». Il Cavaliere ascolta, convinto sia necessario fare campagna elettorale a 360 gradi ma sempre concentrato sull'ala movimentista dei club Forza Silvio. Non che voglia mettere il partito in soffitta, certo, tanto che ieri sera ha incontrato nel Parlamentino di Palazzo Grazioli il coordinamento di Forza Italia dell'Abruzzo (confermando la candidatura del governatore uscente Gianni Chiodi per le Regionali del 25 maggio). Ma questa mattina sarà a Roma nonostante il sabato lo trascorra di solito ad Arcore solo per tenere a battesimo all'Eur i Club Forza Silvio di Roma e, allo stesso modo, stasera si collegherà telefonicamente con una kermesse a Bologna dove saranno lanciati altri nuovi club.

Un Berlusconi che sul resto continua invece a prendere tempo, convinto non sia il momento di accelerazioni e forzature adesso che si avvicina la data fatidica del 10 aprile (giorno dell'udienza davanti al tribunale di Sorveglianza che deciderà sull'affido ai servizi sociali). Per questo l'ex premier continua a seguire la via del silenzio e anche oggi, quando interverrà in pubblico, difficilmente si avventurerà in affondi polemici. Ieri, peraltro, a parlare ci ha pensato appunto la Pascale. Che ha definito quella di Berlusconi «un'assenza forzata dalle urne e dalle platee» che «non passa inosservata». Ma, precisa la compagna del leader di Forza Italia, «l'interdizione dura solo due anni». Poi ce n'è per Matteo Renzi e Angelino Alfano. «Quella che gli piaccia – dice del primo – è una favola da smontare. Renzi scimmiotta un po' Silvio, ma non ha nulla di lui.

Anzi con le sue slide somiglia più a Mike Bongiorno». «Se io avessi “contato” nel partito – aggiunge invece sul secondo – onestamente Alfano non l'avrei candidato neanche visto che l'ha tradito nel momento per lui più difficile».

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