Passera si ricicla e scatena la caccia ai voti dei moderati

L'ex ministro torna in pista con "Italia Unica", movimento anti Renzi che punta al centrodestra. Con lui gli ex finiani Bongiorno a Baldassarri

Corrado Passera e Giulia Bongiorno
Corrado Passera e Giulia Bongiorno

Roma - Ascoltare in sottofondo i Muse, popolare band alternativa britannica, è fatto non comune per una manifestazione politica. Soprattutto, considerato che il «giovane» Renzi è fermo agli U2 e ai loro epigoni Coldplay. Poi, a guardare il parterre raccolto nei Tiburtina Studios di Roma da Corrado Passera per il lancio del movimento Italia Unica, ci si è subito resi conto che il passato è ancora vivo e vegeto. Ex finiani come Giulia Bongiorno, Mario Baldassarri e Santo Versace, ex dipietristi come Antonio Borghesi, ex componenti di governo come Anna Maria Cancellieri, Giovanni Maria Flick, Carlo Malinconico e Mario Ciaccia erano tutti lì ad ascoltare (e a sostenere) i progetti dell'ex superministro dello Sviluppo e delle Infrastrutture. Che ha fatto di tutto per evitare qualsiasi riferimento al suo passato nel governo di Monti e dei professori.

«Oggi apriamo il cantiere in cui si lavora insieme», ha esordito Passera sostenendo di essere «contrario ai partiti personali perché molto spesso portano a populismi che sono una malattia grave». Per l'ex numero uno di Intesa Sanpaolo «si vince solo se si fanno squadre fortissime». Una massima dal sapore un po' montezemoliano. Non a caso, forse, la location è stata la stessa utilizzata a fine 2012 da Italia Futura per annunciare il salto in politica.
Il programma politico ed economico della neonata formazione si fonda su precisi capisaldi. Il primo è rimettere in moto economia e occupazione con uno choc da 400 miliardi di interventi, finanziati dalla dismissione del patrimonio pubblico, dalla mobilitazione dei fondi europei e dal taglio agli sprechi. Il secondo è una riforma istituzionale con una sola Camera, un solo livello intermedio tra Comuni e Stato e una legge elettorale che non sia l'Italicum «che è un Porcellum-bis». Le ambizioni non mancano e alcune parole d'ordine sono destinate a richiamare l'elettorato di centrodestra. «La fiscalità si può arrivare a dimezzarla: Ires al 20%! Abbattere i costi per fare impresa nel nostro Paese e dare sostegno alle famiglie ed ai lavoratori», ha detto Passera ricordando nei toni il Cavaliere.

E proprio perché nel centrodestra si vuole installare, Passera intende lanciare un'Opa su tutto lo schieramento avverso alla sinistra. «All'Italia serve un nuovo e grande partito, orientato allo sviluppo che costituisca una delle due gambe della sua democrazia (l'altra è il Pd; ndr) e interpreti il bisogno politico profondo di quella che è la maggioranza dei suoi cittadini. E quel partito sarà Italia Unica!», ha proclamato. Tutte le stilettate, infatti, sono state rivolte verso il premier Matteo Renzi che ha stravinto alle Europee perché «ha giocato a porta vuota, senza alcun avversario che sull'altro fronte rappresentasse un'alternativa reale e credibile». Ma il presidente del Consiglio, secondo l'ex banchiere, è solo «un gattopardo che ha preso le sembianze del ghepardo».

Le riforme annunciate, infatti, restano sulla carta, mentre l'unica certezza è «l'occupazione a tappeto di tutte le posizioni di potere e sottopotere». Difficile dar torto a Passera anche quando rileva che i numeri dell'ultimo Def sono gli stessi dei due governi precedenti e che quindi ci sono «zero euro di investimenti, 50 miliardi di spesa in più e 80 miliardi di maggiori entrate grazie a nuove tasse». Un'analisi che non fa un plissé.
L'Opa in teoria è fattibile. Il 40% di Renzi è solo un 20% dei voti totali che lascia aperta una prateria.

Ncd e Udc sono schiacciate sul Pd, Forza Italia ha scelto (a suo dire) alleanze «verso gli estremi» e quindi c'è spazio per «un'alternativa». Italia Unica si strutturerà come partito e correrà alle Regionali del 2015. Finora chi ha cercato di archiviare l'attuale centrodestra ha fallito. Ora ci prova Passera.

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