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Passi indietro e addii rabbiosi: ecco tutti gli esclusi eccellenti

Da Pera a La Loggia e Scajola: restano fuori dalle liste nomi storici del Pdl. E Landolfi denuncia la "pulizia etnica ai danni degli ex An"

Passi indietro e addii rabbiosi: ecco tutti gli esclusi eccellenti

Roma - Il dolore, la rabbia, il tentativo di resistere e far sentire la propria voce e rivendicare i propri meriti. La dignità di alcuni, le perorazioni estreme di altri, ma anche le inevitabili sortite last minute in territorio straniero, alla ricerca di una candidatura in un'altra lista.
I giochi sono fatti. Le liste dei candidati del Pdl per la Camera e il Senato prendono forma. E come sempre in circostanze di questo tipo è il momento dell'amarezza per chi ha sperato nella candidatura ed è rimasto fuori dal Parlamento, per chi ha avuto rassicurazioni e poi è finito sotto i colpi del bianchetto nel rush finale o è incappato nel veto di uno dei componenti dello stato maggiore del partito.

Sono tante e diverse le storie degli esclusi eccellenti. C'è l'ex presidente del Senato, Marcello Pera, uno dei fondatori di Forza Italia, che si è allontanato da tempo dalla vita parlamentare e ieri in una intervista ha messo nero su bianco la volontà di lasciare la politica «prendendo atto di essere superato». C'è l'ex ministro per lo Sviluppo economico, Claudio Scajola, che due giorni fa, non avendo più ricevuto notizie chiare in merito alla sua candidatura, non accettando di essere considerato tra gli «impresentabili» pur «avendo sul piano giudiziario inanellato solo archiviazioni» ha deciso di ufficializzare il suo passo indietro. Con inevitabili conseguenze sul territorio ligure.

Chi è rimasto fuori per motivi esclusivamente politici - si dice per il breve passaggio nella file di Futuro e libertà prima del rientro nel centrodestra - è l'ex ministro per le Politiche europee, Andrea Ronchi. Inizialmente destinato a un posto in Senato è poi sparito dalle liste. Esce di scena anche l'ex ministro per gli Affari regionali, Enrico La Loggia, uno degli «uomini del '94» e dei forzisti della prima ora. Niente ritorno alla Camera anche per l'ex ministro per le Comunicazioni, Mario Landolfi, anche lui tra i banchi di Montecitorio dal '94, che ha denunciato «la pulizia etnica ai danni degli ex An». Non ci sarà neppure l'ex viceministro per il Commercio estero, Adolfo Urso, anche lui transitato nel partito di Gianfranco Fini.

L'elenco degli esclusi continua con l'ex presidente dei senatori di An e vicepresidente del Senato uscente, Domenico Nania, in Parlamento dal 1987 quando venne eletto nelle liste del Movimento sociale. Fuori anche l'ex presidente della Commissione Trasporti Mario Valducci. Il parlamentare milanese aveva in realtà comunicato diverse settimane fa a Berlusconi l'intenzione di non ricandidarsi per tornare a fare il commercialista e il revisore dei conti. Non ci sarà, naturalmente, il senatore Marcello Dell'Utri che dopo aver parlato con il presidente del Pdl ha accettato di fare un passo indietro. Così come non è in lista Souad Sbai che spiega così la sua «assenza». «Non accetto la candidatura. Non vedo possibilità di portare avanti battaglie di civiltà che ritengo decisive per il Paese, come quella per i diritti umani e delle donne». Non sarà più in Parlamento neppure il vicepresidente dei deputati del Pdl ed ex presidente dell'Anci, Osvaldo Napoli.

Sorprendente e inattesa, infine, la candidatura in una posizione che non gli garantisce la rielezione del coordinatore friulano Isidoro Gottardo.

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