
Alla fine anche la sinistra, pur conoscendone l'ingiustizia, ha nostalgia dell'ordine e dell'obbedienza. Può capitare.
E così a Collepasso - Culupazzu, entroterra salentino, a sud del profondo Sud - capita che il sindaco (sindaca in realtà), eletto con la lista «Collepasso Impegno Comune», espressione di una convergenza già frantumatasi tra Partito democratico e Movimento 5 Stelle, è finita sulla graticola turcinieddi, prezzemolo e polemiche per aver proferito in consiglio comunale parole offensive verso i colleghi della minoranza. Nello specifico, come da video che non possiamo allegare ma circola in Internet, la Prima Cittadina ha proclamato: «Silenzio! Quando diventerete sindaci voi, parlerete. Oggi il sindaco sono io e parlo io. Così funziona. Chi perde sta zitto, parla chi vince». E vin-ce-re-mo!
Si chiamano democratici mica per niente.
Per altro a sollevare il caso è stata una consigliera grillina, per dire come vanno d'accordo. E infatti a difesa del sindaco (scusate: la sindaca) è intervenuto il segretario provinciale del Pd. «Chi ti conosce non dubita della tua buona fede».
Neppure noi dubitiamo della fede e dell'afflato democratico di certa sinistra che alla fine sesso debole e tentazioni illiberali sogna anche lei l'uomo forte. Anzi, la donna.
E noi che pensavamo ancora che il fascismo fosse un'esclusiva della destra.
(E non faremo la battuta - orrida - Collepasso dell'oca).