Roma«La richiesta non è congrua, il patteggiamento non può essere accolto». Intorno alle 14, mentre sulle colline di Monte Mario spunta qualche focolaio di incendio per il caldo afoso, nell'ex Ostello della Gioventù del Foro Italico va in fumo l'accordo tra i legali di Conte e il procuratore federale Palazzi. La Commissione disciplinare dice no alla richiesta per il tecnico della Juve (3 mesi e 200mila euro di multa) faticosamente concordata lunedì con il pm della Federcalcio ma anche per quella del suo vice Alessio (due mesi e 60mila euro di ammenda). Nell'occasione la Corte presieduta da Artico dopo un'accesa e approfondita discussione si è spaccata a metà, ma con una maggioranza (3 contro 2) contraria a dare l'ok alla richiesta dei legali dell'allenatore leccese.
Un colpo a sorpresa in un processo sul filone di Cremona del calcioscommesse che nella prima giornata regala ben 15 patteggiamenti accolti su 17, in pratica la metà dei soggetti deferiti. Sembrava tutto definito, la Juve non aveva di fatto approntato nessuna memoria difensiva sicura di poter far uscire subito dal processo il proprio allenatore, c'erano volti distesi all'ingresso nella sala del dibattimento. E invece la doccia fredda che suscita la reazione veemente degli avvocati juventini. «Secondo una sentenza della Corte Costituzionale del 1992 - così l'avv. Chiappero - un giudice che ha già respinto una richiesta di pena concordata tra accusa e difesa non può giudicare nuovamente». Così arriva prima la richiesta di stralcio di Conte dal processo, poi di ricusazione della Commissione. Insomma muro contro muro, acuito dal comunicato in serata che parla di «atto gravissimo nei confronti dell'onorabilità di tutti i soggetti coinvolti: professionisti, manager, tesserati e società».
«Si tratta di incongruità della richiesta, il patteggiamento non entra, come ha sostenuto una sentenza del 2005, nel merito della valutazione della responsabilità e non crea incompatibilità - tende la mano alla Corte il pm Palazzi -. E poi quest'ultima è sostenibile solo su fasi procedurali diverse».
Infatti stralcio e ricusazione vengono ritenuti inammissibili dalla Disciplinare, per ora Conte e Alessio restano nel processo. Anche se oggi, seconda e ultima giornata del procedimento legato al filone di Cremona, c'è ancora tempo per patteggiare fino al termine del dibattimento. E in tal senso è lo stesso Palazzi a invitare i legali della Juve a un possibile ripensamento notturno, decidendo di lasciare in sospeso le posizioni dei tecnici bianconeri e del calciatore Garlini quando elenca le richieste per i soggetti ancora a processo. La sensazione è che un accordo possa essere raggiunto sulla base di 4 mesi e 100 mila euro di multa per Conte e di 3 mesi e 60 mila euro di ammenda per Alessio. A meno che i legali della Juve - alla luce del comunicato di fuoco di ieri sera ma l'ipotesi sembra poco probabile - non decidano di proseguire sulla linea dura e affrontare un processo che potrebbe anche non essere facile (il rischio è una condanna in primo grado di 7-8 mesi per Conte).
Ieri intanto tra i 15 patteggiamenti ci sono stati quelli di 4 club su 7 (l'Ancona, tecnicamente fallito, ha rimediato 10mila euro di ammenda): il Siena incassa un -6 da scontare nel prossimo campionato e 20mila euro di multa a fronte di un possibile -15 che avrebbe compromesso la stagione, l'Albinoleffe, il Torino e il Varese solo un -1 e 30mila euro di ammenda. Più complicata la situazione del Grosseto, a processo per responsabilità diretta e per il quale Palazzi ha richiesto la retrocessione in Lega Pro e un -3 da scontare a inizio torneo.
Domani, poi, toccherà al filone barese e agli altri juventini Pepe e Bonucci. Ieri a Ginevra nella sfida con il Benfica Conte (alla sua ultima panchina prima dell'eventuale stop) ha dato al difensore la fascia di capitano.
Colpi di scena anche dalla giustizia ordinaria: ieri Andrea Ranocchia ha ricevuto un invito a comparire dalla Procura di Bari. Sarà interrogato nei prossimi giorni sulla partita Salernitana-Bari (3-2) del 23 maggio 2009 (Conte allenava i pugliesi). Lo scandalo si allarga.
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