Politica

Renzi detta la linea a Letta e tende il trappolone a Grillo. I Cinque Stelle: "È ridicolo"

Cuperlo nominato presidente. La proposta a Grillo: "Rinunciamo ai rimborsi, voi votate la legge elettorale". E al premier: "In un mese legger per semplificare le regole sul lavoro"

Renzi detta la linea a Letta e tende il trappolone a Grillo. I Cinque Stelle: "È ridicolo"

È il giorno di Matteo Renzi, che oggi diventerà ufficialmente segretario del Partito democratico. L'Assemblea del Pd che incoronerà il nuovo leader a Milano, nominerà inoltre Gianni Cuperlo presidente.

"Dopo aver riflettuto a lungo ho accettato il ruolo di presidente del Pd", ha detto ai suoi Cuperlo, "Ma non esiterò a lasciarlo se sarà un ostacolo a guidare la nostra area".

È il giorno di Matteo Renzi, dicevamo, che prende in mano le redini del partito e impone la sua linea. A partire dalla "sorpresina" per Beppe Grillo annunciata qualche giorno fa. Al M5S, il Rottamatore promette la rinuncia alla prossima tranche di rimborsi elettorali in cambio di un'alleanza per cambiare la legge elettorale e per fare le altre riforme istituzionali. "In modo provocatorio Grillo dice rinuncia ai 40 milioni di rimborsi, io dico Beppe firma qua: caro Grillo hai 160 parlamentari decisivi per fare le riforme", ha detto salendo sul palco, "Io sono disponibile a rinunciare ai 40 milioni del prossimo anno se tu ti impegni per superare il Senato, abolire le Province e su legge elettorale. Ci stai a giocare in modo pulito e trasparente senza accordi senza patti? Se sei disponibile, il Pd è davanti a te e non dietro. Se ci stai, si fa. Se noi ci stai, sei per l’ennesima volta un chiacchierone e l’espressione buffone vale per te".

Parla ai Cinque Stelle Renzi, perché Enrico Letta intenda. Ora che è segretario, il sindaco vuole imporre la sua agenda al governo. E detta la sua road map, a partire dall'approvazione entro fine gennaio - in tempo per le Europee - di una legge elettorale maggioritaria e a doppio turno. Poi snocciola il suo programma, a partire dalla ormai abusata "pacificazione": "Non si tratta di fare la pacificazione fra noi e Berlusconi ma si tratta di fare la pace con gli italiani, di fare la pace fra i politici e gli italiani", ha sottolineato, "Se alle prossime europee si va con risultati di governo balbettanti la responsabilità non ce l’avranno né Grillo né Berlusconi. La responsabilità cadrà tutta in toto in testa al Pd". Poi un patto "alla tedesca" che impegni il governo a politiche sul lavoro ("entro un mese" una legge che semplifichi le regole), alla modifica alla Bossi-Fini, a parlare di unioni civili, a riformare il Senato.

Ma Enrico Letta non vuol sentir parlare di contrapposizioni: "Matteo, da oggi in poi dobbiamo lavorare perchè dai giornali si tolgano i retroscena tra noi due: è inutile che li scrivano perchè non ci saranno retroscena, tutto avverrà sempre in modo trasparente", ha chiesto al neo segretario, "Dalla forza e dalla centralità e dalla resilienza del Pd saremo in grado di ricostruire la democrazia italiana che è duramente attaccata e in forte difficoltà, a partire dalle riforme istituzionali e dalla legge elettorale. Sono convinto che l’Italia ce la farà se il Pd ce la farà. E soprattutto, uniti non ci batte nessuno".

"Se noi siamo un partito politico è perché abbiamo a cuore l’idea di un’Italia capace di innamorarsi e di fare innamorare", ha replicato Renzi, "Non siamo quindi semplicemente a ragionare di noi ma cosa fare perchè l’Italia cambi con l’orgoglio del suo passato ma guardando verso il futuro". Per questo "la correttezza delle relazioni è fondamentale: quello che penso io lo dico in faccia e l’unico modo per uccidere i retroscenisti è utilizzare lo stesso linguaggio fuori e dentro". Dopo aver rassicurato Letta, passa a Cuperlo: l’offerta della presidenza del Pd "è tutto tranne il tentativo di do ut des, ma è il tentativo di un partito che non solo ha indicato la strada, ma in cui insieme si è più forti".

Il rinnovamento "è giusto e fisiologico", attacca però Walter Veltroni dalle colonne di Repubblica, "L’unica cosa che credo sia giusto fare è però rispettare storie e persone che hanno cercato in questi anni di vivere una sinistra nuova". L'ex segretario Pd plaude però all'ascesa di Renzi: "Occorre essere consapevoli che non c’è più tempo. L’Italia è stata paralizzata, nella sua storia, dalla demagogia populista e dal conservatorismo. Renzi, non da solo, può tentare, innovando, di sconfiggere la storica attrazione verso le risposte populiste e demagogiche, quella che ha distrutto il paese da Mussolini ai giorni nostri".

Matteo Renzi "ha una forte personalità ed è un uomo di un’altra generazione: quindi è chiaro che siamo di fronte a una svolta, che non penso ci sia stata sui valori di fondo ma è sicuramente generazionale", ha detto poi il segretario uscente, Guglielmo Epifani, "Naturalmente il mandato del nuovo segretario è molto molto forte. Nessuno di noi si immaginava una presenza alle primarie di quel genere, il mandato politico che ha avuto è fortissimo".

Da Genova tutto tace e sul blog del comico, sul quale si stanno catalizzando le attenzioni degli organi di informazione in attesa di una risposta, è tutto fermo a questa mattina. Prima che il sindaco di Firenze tendesse la trappola a Grillo. Palrano, invece, i parlamentari del Movimento 5 Stelle che, con una nota congiunta, rispediscono al mittente l'ultimatum del sindaco di Firenze: "Renzi è tutto chiacchiere e marketing. I 40 milioni di euro dei rimborsi elettorali deve restituirli agli italiani, non a noi. Fa finta di non capire e propone accordicchi da Prima repubblica, camuffati da slogan. È ridicolo su questo tema proporre un do ut des. Renzi non deve mettersi d’accordo con noi ma restituire il malloppo agli italiani. Il MoVimento 5 Stelle è l’unica forza politica ad aver rinunciato ai rimborsi elettorali, lo ha fatto perch‚ sono soldi illegittimi.

Perché Renzi non fa lo stesso?"

Commenti